Riserva Lago di Tarsia

 

La Riserva naturale regionale del Lago di Tarsia, situata in provincia di Cosenza, è stata istituita dalla Regione Calabria nel 1990 (L. R. della Calabria n. 52 del 5 maggio 1990 e ss. mm. e ii.) su proposta dell'Associazione di protezione ambientale “Amici della Terra Italia". È anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC) per la Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CE). L’estensione è di circa 450 ettari e la gestione è attribuita ad Amici della Terra. La Riserva è iscritta nell’Elenco Ufficiale della Aree Naturali Protette tenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi MiTE) ai sensi della Legge 394/91.

 

Il Lago di Tarsia, un bacino lacustre a monte della diga delle Strette di Tarsia, ricadente nel territorio dei comuni di Tarsia e di S. Sofia d’Epiro (Cs), rappresenta un’area di notevole interesse naturalistico per la sussistenza di numerosi ecosistemi di pregio e per la grande varietà di specie vegetali e animali.

 

La Riserva si compone di due diverse aree: quella sulle sponde del lago, nei pressi dell’omonimo comune e quella che si estende sulle colline del versante orientale dove sorge Santa Sofia d’Epiro. In particolare nella sua parte collinare è presente un magnifico esempio di macchia mediterranea, incontaminata e scarsamente antropizzata costituita da leccio, olmo, tamerice e corbezzolo. La parte a valle, coincidente con il bacino lacustre, è un habitat naturale per una grande varietà di pesci, anfibi, rettili e uccelli acquatici.

 

La biodiversità animale e vegetale dell’area annovera 182 specie di fauna vertebrata e 727 taxa di flora specifici e sottospecifici.

 

Il Lago di Tarsia grazie alla sua ricca e straordinaria presenza di avifauna selvatica rappresenta una delle più importanti aree della Calabria per gli appassionati di birdwatching.

 

Riserva Foce del fiume Crati

 

La Riserva naturale regionale della Foce del fiume Crati, situata in provincia di Cosenza, ricadente nel territorio dei comuni di Corigliano-Rossano e di Cassano allo Ionio (tra le frazioni Thurio e Laghi di Sibari), è stata istituita dalla Regione Calabria nel 1990 (L. R. della Calabria n. 52 del 5 maggio 1990 e ss. mm. e ii.) su proposta dell'Associazione di protezione ambientale “Amici della Terra Italia". L’estensione è di circa 140 ettari e la gestione è attribuita ad Amici della Terra.

 

E’ anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC) per la Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CE).

 

La Riserva è iscritta nell’Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette tenuto dal Ministero della Transizione Ecologica ai sensi della Legge 394/91.

 

La Foce del fiume Crati rappresenta il più importante ecosistema acquatico e la più interessante area di transizione della Calabria, dove l’acqua dolce si mescola a quella salata, creando un ecosistema umido particolare, dando vita ad un mosaico di habitat diversi quali: canneti, stagni e lagune, isole sabbiose, boschi allagati e ripariali, aree dunali e retrodunali.

 

Il tratto terminale del corso del fiume, ricadente interamente nella Riserva, un bosco igrofilo di pianura, reliquia di antiche foreste che un tempo ricoprivano vaste aree di questo territorio, è stato definito uno dei rari lembi di foresta mista planiziale in dinamica naturale (rewilding) nel bacino del Mediterraneo.

 

Detiene una ricca biodiversità con la presenza di 480 taxa specifici e sottospecifici di flora e 170 specie di fauna vertebrata.

 

Mentre 130 sono le specie di invertebrati e vertebrati (pesci) dell’area marina e di transizione, alcune di esse rare come il Cavalluccio marino, presente con le due specie il Cavalluccio marino comune (Hippocampus hippocampus) e il Cavalluccio marino camuso (Hippocampus guttulatus), con una popolazione a maggiore densità per il Mediterraneo. Specie atipica per gli ambienti di transizione come la Foce del Crati, tant’è che una condizione simile è segnalata solo per delle popolazioni portoghesi della Laguna di Ria Formosa nell'Oceano Atlantico.

 

L’area della foce del Crati comprende un insieme di habitat fondamentali per i pesci. Uno studio realizzato dall’Ente gestore delle Riserve ha fatto emergere come la foce svolge l’importante ruolo di “nursery” per l’intero comprensorio marino; non solo un’area di ripopolamento ma anche la fonte alimentare per tutta la fauna ittica dell’Alto Jonio Cosentino. Una ricchezza di biodiversità che in questo caso si manifesta anche sotto un aspetto di tipo economico in considerazione della presenza di molte specie ittiche di interesse commerciale.

 

Interessanti anche le specie botaniche acquatiche rilevate che sono 43, di cui 18 macrofite e 25 microfite; mentre 62 sono i generi di fitoplancton.

 

La Ricerca scientifica e di campo

 

Tra le diverse attività svolte dall’Ente gestore, particolare interesse scientifico riveste l’attività svolta “su campo” tesa a monitorare lo stato di conservazione della fauna e della flora presente nelle Riserve. I dati raccolti vengono inseriti in un database e man mano che vengono acquisite nuove informazioni sono inserite come “addenda” alle “Check-list della fauna e della flora delle Riserve”. Le pubblicazioni racchiudono i risultati delle ricerche di campo svolte e sono di estrema importanza poiché rappresentano la radiografia reale dello stato di conservazione della biodiversità presente all’interno delle Riserve.

 

La ricerca di campo è un’attività continua che viene svolta costantemente su tutto il territorio delle Riserve ed ha l’importante funzione di monitorare lo stato di conservazione del patrimonio naturalistico presente e funge da indicatore delle priorità di tutela e conservazione da adottare al fine di consentire un’adeguata forma di preservazione del patrimonio faunistico e vegetazionale delle due aree protette. Grazie a questo costante monitoraggio è stato possibile individuare alcuni interventi di tutela e conservazione realizzati con successo ed altri si potranno realizzare in futuro.

 

Diversi sono i progetti attuati dall’Ente gestore e svolti in collaborazione con Atenei e Centri di ricerca.

 

Il Crati e la sua storia

 

Dai tempi delle conquiste coloniali greche ad oggi l'intera valle del fiume Crati ha subito notevoli trasformazioni. Originariamente tutta la valle era un'area pianeggiante, con paludi ed acquitrini sparsi un po' ovunque, creati dal fiume Crati, dai suoi affluenti e dalle risorgive.

 

I Greci trasformarono le pianure, eliminandone gran parte, in campi per la coltivazione di grano e l'allevamento di bestiame (ovini).

 

Il Crati era anche un’importante via di trasporto per i Greci prima e successivamente per i Romani, che svilupparono soprattutto le attività agricole (cereali) ed i pascoli.

 

Nei secoli più avanti le dominazioni longobarde, bizantine ed arabe (IX sec. d.C.), impoverirono l'economia locale, costringendo molti abitanti a lasciare quelle terre e a trasferirsi in collina.

 

Dal XV sec. si ha un progressivo e graduale miglioramento delle condizioni di vita nell'intera valle del Crati. Si sviluppano i piccoli centri esistenti, anche favoriti da una diversa e rafforzata attività agricola, permeata sulla diversificazione delle colture: agli uliveti e vigneti, presenti, si aggiungono cereali e coltivazioni di patate, pomodori e, nella zona di Corigliano, gli agrumi.

 

Nei secoli seguenti si assiste ad un decadimento delle condizioni generali di vita dovuto ad un’economia in crisi (periodo di dominazione spagnola), a cui si aggiungono gravissime calamità naturali (terremoti, peste, inondazioni del fiume Crati, ecc.).

 

Solo nel secolo scorso, con l'avvio di un primo "sistema" industriale, si registra una sostanziale ripresa dell'economia locale (attraverso la creazione di filande, concerie, oleifici ed attività agricole).

 

Nel 1926 si effettuano i primi interventi pubblici di bonifica di tutta la valle del Crati. Nel 1959 iniziano i lavori di costruzione della diga realizzata alle Strette di Tarsia, lungo il corso del fiume Crati, utile per l'irrigazione dell'intera pianura di Sibari.

 

Il bacino e la valle del fiume Crati, che si estende per circa 2.440 kmq, ricadono interamente nella provincia di Cosenza. La valle del Crati è attraversata dal fiume omonimo, il più lungo della Calabria (81 km), che ha origine in Sila (monte Timpone Bruno, 1.742 mt. slm) e sfocia sulla costa ionica, nei pressi di Sibari.

 

Nel primissimo tratto del suo percorso, il Crati scende a valle, verso la città di Cosenza, compiendo un dislivello di quasi 1.500 m (per un tratto non superiore a 10 km), poi scorre per tutta la valle  fino alla foce, restringendosi solo presso Tarsia.

 

La portata media annua del fiume è di 26,19 mc/sec.

 

Il clima della valle del Crati è di tipo mediterraneo, con inverni miti ed estati calde (temperature medie comprese tra i 15° ed i 18°).

 

La Fauna

 

I dati scientifici riferiti alla fauna delle Riserve sono il risultato dell’attività di campo, condotta dall’Ente gestore, finalizzata alla realizzazione della “Chek-list della fauna delle Riserve”. L’aggiornamento della Chek-list è su base annuale ed include le nuove informazioni che periodicamente vengono inserite nella banca dati ed aggiunte come “addenda” alla Chek-list o direttamente incluse nelle nuove edizioni della pubblicazione.

 

La Check-list riporta l’elenco delle specie di fauna vertebrata censite nelle Riserve con una nota sullo status fenologico con riferimenti alle Direttive “Habitat” e “Uccelli” e il livello di conservazione individuati dall’IUCN (Unione Internazione per la Conservazione della Natura).

 

L’area è custode di una straordinaria e diversificata biodiversità animale e vegetale.

 

Per quanto attiene la fauna vertebrata nella Riserva Lago di Tarsia sono stati censiti n. 180 endemismi, mentre nella Riserva Foce del fiume Crati sono stati censiti n. 170 endemismi.

 

La geologia delle Riserve

 

La Calabria settentrionale è caratterizzata dal corso di due fiumi principali che confluiscono a pochi chilometri dalla foce: il Crati e il Coscile.

 

Il fiume vero e proprio ha inizio a Cosenza quando, alla confluenza dello stesso fiume Crati e del Busento, si uniscono i numerosi rivoli che scendono giù dalla Sila e dalla Catena Costiera.

 

Una volta formatosi scorre dapprima da sud verso nord, con direzione parallela a quella degli Appennini, attraverso una piana valliva relativamente ampia e nettamente asimmetrica perché i versanti occidentali dapprima dolci diventano, a quote in genere superiori ai 600 m slm, molto inclinati, quasi verticali e quelli orientali si elevano bruscamente dalla piana valliva, col fiume che vi scorre a ridosso. Ne risulta così una netta asimmetria resa ancora più evidente dalla distanza alla quale l'area montana occidentale si trova rispetto all'alveo attuale.

 

All’altezza  di Bisignano vi si immette, con un ampio conoide di deiezione, il fiume Mucone, altro corso d’acqua che scende dalla Sila, con un gran trasporto solido ed un’elevata  capacità erosiva. Esso, nel corso del Quaternario, per erosione regressiva, ha catturato una parte del bacino imbrifero del fiume Lese.

 

Nei pressi di Tarsia lo spazio tra i due versanti si restringe improvvisamente e fra questo centro abitato e quello di Terranova da Sibari, il fiume scorre sul fondo di un burrone limitato da versanti quasi verticali. Nell'attraversare le gole, la sua direzione cambia bruscamente verso nord-est e all'uscita nella Piana di Sibari compie un percorso quasi ortogonale a quello iniziale.

 

A pochi chilometri dalla foce vi confluiscono le acque del fiume Coscile, proveniente dal gruppo montuoso del Pollino e della Catena occidentale, oggi nota come “Monti dell'Orsomarso”.

 

Lungo tutto l'asse della Valle del fiume Crati affiorano sia rocce metamorfiche e (subordinatamente) magmatiche, sia rocce sedimentarie antiche  e  infine, rocce di deposito dei cicli terziari,  parzialmente coinvolte nei processi di deformazione orogenica. I contatti tra tutte queste litologie sono livellati e nascosti dai depositi più recenti plio-pleistocenici, veri e propri elementi di uniformità di una regione che uniforme non è (Lena, 1994).

 

Le moderne vedute sulla geologia della Calabria riconoscono affioranti su entrambi i versanti della Valle una serie di "unità" costituite da pacchi di rocce diverse, riunite per lo più secondo il bacino di origine, sovrapposte o in parziale prosecuzione laterale (Amodio Morelli et alii, 1976).

 

I versanti meridionali, a sud della linea di Sangineto, "binario di movimento sinistro che ha portato la catena alpina a penetrare profondamente nell'arco ionico" (Amodio Morelli et alii, 1976) presentano in affioramento quasi esclusivamente i complessi metamorfici e magmatici, di provenienza europea. Poiché queste litologie sono frequenti su buona parte dell'arco alpino, si possono denominare "unità alpine".

 

Lungo le valli principali sono evidenti superfici terrazzate appartenenti a varie fasi di stazionamento del fiume principale e dei suoi affluenti dati per lo più da puddinghe, con diversi elementi di varia pezzatura immersi in una matrice limoso - sabbiosa spesso rossastra.

 

Alle strette di Tarsia, nell’area oggi occupata dal lago, affiorano le rocce metamorfiche del substrato (filladi, gneiss, ofioliti fra le quali rocce verdi, metabasalti e pillow-lavas e diaspri, quest'ultimi ben evidenti sulla parete di destra all'incrocio con la strada per Terranova da Sibari), ricoperte superiormente da sedimenti arenaceo - argillosi. Superiormente questa emergenza termina con uno spianamento che altro non é che un’antica spiaggia come si deduce dalla presenza, segnalata in più punti, di fori nella roccia lasciati da lamellibranchi del tipo Lithodomus lithofagus.

 

La forma attuale della Valle é stata determinata da una serie di faglie di distensione che hanno prodotto lo sprofondamento della parte centrale e l'innalzamento dei bordi esterni. Questo sistema é riconducibile ad almeno tre gruppi o "famiglie". Del primo e più importante sistema, diretto in senso S-N (Lanzafame & Tortorici, 1975) sono evidenti, alla sinistra del fiume, le due faglie (di importanza regionale) denominate "Cerisano-Torano", quella più alta, e "Bucita-S. Marco Argentano" quella più bassa.

 

Il versante occidentale appare suddiviso, a partire dalla sommità in una prima sezione notevolmente acclive, seguita da un'area a deboli ondulazioni e, al di là di una debole scarpata, da un'altra serie, la più bassa, di colline. La sommità di queste ultime é quasi del tutto spianata, residuo morfologico di antichi sistemi terrazzati, fluviali nel settore meridionale, marini in quello settentrionale, ad iniziare dal grande conoide del fiume Mucone.

 

L'altro sistema di faglie ha direzione SSW-NNE ed é il responsabile dell'andamento tortuoso di alcuni tratti fluviali fra cui quello, di estrema importanza per la ricostruzione dell'evoluzione della Valle, delle gole del Crati, fra Tarsia e Terranova da Sibari. A questo proposito bisogna osservare che, anche  se é probabile che un Protocrati scorresse nella grande frattura creata da questa serie di faglie in epoca precedente all'inizio del Quaternario, il corso attuale del fiume, così come quello finale dei suoi affluenti, datano certamente una fase molto tarda.

 

Un’ultima "famiglia" di faglie, a direzione WSW-ENE, è evidente nella Piana di Sibari ed è in parte responsabile dell’attuale tendenza allo sprofondamento della Piana stessa.

 

Dall’osservazione di queste grandi fratture emerge un’evoluzione del sistema vallivo alquanto complessa che con la presenza di un lungo golfo a mezzogiorno, aperto in senso ovest-est (quindi con la diretta comunicazione, alla base dei versanti meridionali del gruppo montuoso del Pollino, dei due mari), ha condotto al lento ritiro del mare dal golfo meridionale ed alla chiusura del settore settentrionale attraverso l'innalzamento della barriera nord-occidentale ed al contemporaneo inizio dello sprofondamento della Piana di Sibari.

 

La fauna della Riserva Lago di Tarsia

 

Pesci, anfibi e rettili

La particolare tipologia di ambiente umido dell’area del Lago di Tarsia favorisce una fauna ittica particolarmente interessante.

 

Una famiglia di pesci presenti è rappresentata dai Ciprinidi: la Carpa (Ciprinus carpio), la Tinca (Tinca tinca), il Carassio (Carassius carassius) e il Carassio dorato (Carassius auratus), i quali frequentano maggiormente le acque lentiche o stagnanti, fangose, profonde e ricche di vegetazione acquatica. Il Cavedano (Squalius cephalus), il Barbo (Barbus plebejus) e la Rovella (Sarmarutilus rubilio) si trovano, soprattutto, nei tratti del fiume a corrente moderata e con fondo ghiaioso e sabbioso.

 

Altre specie presenti nelle acque del Lago di Tarsia sono: la Gambusia (Gambusia affinis) e  il Pesce gatto (Ameiurus melas), entrambi di origine americana, introdotti all’inizio del secolo scorso, hanno trovato in queste acque un habitat ideale. L’Anguilla (Anguilla anguilla), che trascorre gran parte della vita nelle acque interne e va a riprodursi in mare è specie tipica di questo corso d’acqua che negli ultimi anni, in linea con il resto dell’area mediterranea, ha subito una notevole riduzione e per la quale sono in avvio interventi di conservazione e ripopolamento.

 

Di notevole importanza conservazionistica è la presenza della Rovella (Sarmarutilus rubilio), endemismo tipico in forte rarefazione in tutti i corsi d’acqua italiani.

 

Interessante la presenza di una popolazione di Anfibi tra i quali la Rana verde minore (Pelophylax esculentus), facilmente osservabile in qualunque ambiente umido della Riserva, la Raganella italiana (Hyla intermedia), che si mimetizza perfettamente tra la vegetazione palustre, la Rana appenninica (Rana italica) presente in alcuni ambienti della Riserva. Per quanto riguarda i rospi si segnalano il Rospo smeraldino (Bufotes balearicus) e il Rospo comune (Bufo bufo), quest’ultimo con abitudini prevalentemente terrestri. Particolare interesse rivestono anche l’Ululone appenninico (Bombina pachypus) e il Tritone italiano (Lissotriton italicus), i quali frequentano ambienti abbastanza simili, con acque ferme o debolmente correnti come acquitrini, pozze, vasche, abbeveratoi, ecc. Per queste ultime due specie sono in corso interventi di conservazione e ripopolamento.

 

Insieme agli ambienti umidi, le zone ripariali prative e arbustive del Lago di Tarsia offrono un ambiente ideale per molte specie di Rettili, tra questi la Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis), per la quale l’Ente gestore delle Riserve ha realizzato un Centro di Allevamento ex-situ, per attività di ripopolamento e conservazione. Nella Riserva è presente pure la Testuggine di Hermann (Testudo hermanni hermanni), anch’essa oggetto di interventi di conservazione e ripopolamento da parte dell’Ente gestore negli anni passati.

 

Notevolmente diffusi, nelle zone prative ed arbustive della Riserva, sono i Sauri, tra i quali troviamo la Lucertola campestre (Podarcis siculus), il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la Luscengola (Chalcides chalcides), facilmente osservabili nel periodo primaverile-estivo. Il Geco comune (Tarentola mauritanica) ed il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), invece, hanno abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne.

 

Per i Serpenti si segnalano la Natrice dal collare (Natrix natrix) e la Natrice tassellata (Natrix tessellata), dette anche bisce d’acqua in relazione allo stretto legame con l’ambiente acquatico.  Il Biacco (Hierophys viridiflavus) e il Cervone (Elaphe quatuorlineata) hanno abitudini terrestri.  L’unica specie velenosa presente é la Vipera comune (Vipera aspis), il cui veleno é impiegato per uccidere la preda e solo secondariamente come mezzo di difesa. Il livello di tossicità é correlato alla specie animale che lo riceve.

 

Uccelli

Dal punto di vista ornitologico nell’area del Lago molte specie di uccelli trovano l’ambiente ideale per il completamento delle diverse fasi del loro ciclo vitale.

 

Tra le specie nidificanti troviamo la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus) la Folaga (Fulica atra) e il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis). Tutte queste specie costruiscono nidi galleggianti ai bordi dei canneti.

 

Tra i canneti nidifica anche il Cannareccione (Acrocephalus arudinaceus), difficile da avvistare ma facilmente identificabile per il verso che emette. Nelle zone alberate, in particolare tra i salici e i pioppi, nidificano l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) e il Pendolino (Remiz pendulinus), quest'ultimo ha la caratteristica di costruire un nido particolare a forma di fiasco appeso ai rami di salice. Altra specie presente tutto l’anno e nidificante è il Martin pescatore (Alcedo attis), piccolo uccello dalla colorazione variegata che frequenta le zone umide e costruisce il nido in buche scavate nella sabbia. Tra le specie nidificanti, sono da citare per i rapaci diurni: la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco tinnunculus) e probabilmente il Pellegrino (Falco peregrinus); per i rapaci notturni la Civetta (Athene noctua) e il Barbagianni (Tyto alba), questi ultimi prediligono per la nidificazione case diroccate e vecchi ruderi.

 

Infine, sono da citare diverse specie di  passeriformi  nidificanti come l’Usignolo (Luscinia megarhincos), il Saltimpalo (Saxicola torquata), il Merlo (Turdus merula), l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala), la Capinera (Sylvia atricapilla), la Cinciarella (Parus careuleus), la Cinciallegra (Parus major), la Ballerina bianca (Motacilla alba), la Ballerina gialla (Motacilla cinerera), la Rondine (Hirundo rustica) e il Balestruccio (Delichon urbica). Come migratori si segnalano anche le averle, Averla capirossa (Lanius senator) e Averla cenerina (Lanius minor)

 

Le specie più appariscenti sono i grossi trampolieri dell’ordine Ciconiformi (Ciconiiformes) quali l’Airone cenerino (Ardea cinerea) e la Garzetta (Egretta garzetta), che fanno registrare la loro presenza per buona parte dell’anno, mentre la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), l’Airone bianco maggiore (Ardea alba), l’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis), la Spatola (Platalea leucorodia) ed i rari Airone rosso (Ardea purpurea) e Mignattaio (Plegadis falcinellus), sono presenti per periodi più o meno brevi. Da citare, segnalazioni di nidificazioni per la Nitticora (Nycticorax nycticorax).

 

Interessanti le cicogne: la Cicogna bianca (Ciconia ciconia), assunta a simbolo delle Riserve, è diventata una presenza costante negli ultimi anni, sia con alcune coppie nidificanti e sia con diversi individui svernanti e la Cicogna nera (Ciconia nigra), la cui presenza è segnalata durante i passi migratori.

 

Uccelli acquatici per eccellenza e frequentatori delle zone umide della Riserva sono gli Anatidi, tra i quali: il Germano reale (Anas platyrhynchos) che è specie presente tutto l’anno e nidificante, l’Alzavola (Anas crecca), il Mestolone (Anas clypeata), che sono migratori ma si fermano anche a svernare; il Codone (Anas acuta), la Marzaiola (Anas querquedula)  e il Moriglione (Aytya ferina), invece, sono avvistabili durante i passi migratori.

 

Rapaci migratori che frequentano l’area protetta sono il Falco di Palude (Circus aeruginosus), probabile nidificante, e il Nibbio bruno (Milvus migrans) con nidificazione accertata. Come svernante è segnalata anche la presenza dell’ Albanella reale (Circus cianeus). Altro rapace è il Nibbio reale (Milvus milvus) di passo e svernante, in passato oggetto di nidificazione nell’area della Riserva Lago di Tarsia. Infine si cita l’importante presenza del gufo di palude (Asio flammeus) come migratore e svernante.

 

Tra i limicoli, avvistabili soprattutto durante i passi migratori o come svernanti, ricordiamo: il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), il Chiurlo (Numenius arquata), il Corriere piccolo (Caradrius dubius), il Gambecchio (Calidris minuta), il Combattente (Calidris pugnax), il Beccaccino (Gallinago gallinago), la Pittima reale (Limosa limosa), la Pantana (Tringa nebularia) e la Pettegola (Tringa totanus).

 

Interessanti per la loro importanza conservazionistica, come specie di passo durante le migrazioni, sono la Gru (Grus grus) e la Moretta tabaccata (Aythya nyroca)

 

Mammiferi

Le aree boscose, in particolare la macchia mediterranea, ospitano i mammiferi più elusivi e, quindi, più difficili da avvistare, la cui presenza viene dedotta dalle tracce che lasciano sul terreno come impronte, escrementi o parti del corpo perse accidentalmente (aculei, pelo, ecc).  Tra le specie presenti in questo biotopo caratteristico dell’area mediterranea, oggetto di un recente studio (ad eccezione dei Chirotteri) dell’Ente Riserve, che ha portato alla realizzazione dell’Atlante dei Mammiferi Terrestri della Riserva Lago di Tarsia si segnalano ben 26 specie e tra queste ricordiamo il Tasso (Meles meles), l’Istrice (Histrix cristata), il Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Moscardinus avellanarius) e probabilmente, a quote più alte, lo Scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis).

 

Più adattabili e presenti anche in aree antropizzate sono: la Volpe (Vulpes vulpes), la Faina (Martes foina), la Puzzola (Mustela putorius), la Donnola (Mustela nivalis), il Riccio (Erinaceus europaeus), la Talpa (Talpa romana). Un mammifero che si può avvistare nelle zone aperte e cespugliose, seppur raramente è la Lepre (Lepus europaeus), strettamente legata alle immissioni venatorie nelle aree limitrofe della Riserva.

 

Numerose le specie di micromammiferi: la Crocidura a ventre bianco (Crocidura leucodon), la Crocidura minore o odorosa (Crocidura suaveolens), il Mustiolo (Suncus etruscus), il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il Topo selvatico collo giallo (Apodemus flavicollis), il Topo domestico (Mus domesticus), il Ratto nero o dei Tetti (Rattus rattus).

 

In prossimità di zone umide con fitta vegetazione si segnalano l’Arvicola terrestre (Arvicola terrestris) e l’Arvicola di Savi (Microtus savii), che preferiscono ambienti aperti e zone coltivate con buona copertura vegetale.

 

Soprattutto nel periodo estivo e nelle ore crepuscolari è facile avvistare diverse specie di Chirotteri, presenti nella Riserva con ben 13 specie ad oggi accertate: il Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), il Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), il Serotino comune (Eptesicus serotinus), il Pipistrello di Savi (Hypsugo savii), il Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii), il Vespertilio maggiore (Myotis myotis), il Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), il Pipistrello pigmeo (Pipistrellus pygmaeus), il Miniottero comune o miniottero di Schreibers (Miniopterus schreibersii), il Molosso di Cestoni (Tadarida teniotis); con alcune di esse di notevole interesse conservazionistico come il  Pipistrello soprano (Pipistrellus pygmeus), uno dei più piccoli chirotteri europei e il Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii), rarissimo nella nostra regione.

 

Infine, da segnalare la Nutria (Myocastor coipus), roditore di origine sud-americana, che dopo l’accidentale introduzione, si è perfettamente adattata alle zone umide locali.

 

Per maggiori approfondimenti:

 

La fauna della Riserva Foce del Crati

 

La Foce del fiume Crati detiene una straordinaria biodiversità animale che si manifesta con ben 170 specie di fauna vertebrata.

 

Pesci, anfibi e rettili

L’area della Foce del Crati dal punto di vista naturalistico è estremamente interessante proprio perché si tratta di una zona di transizione dall’ambiente d’acqua dolce a quello salmastro. Questo fattore influenza, soprattutto, la fauna ittica che, essendo  a diretto contatto con l’ecosistema acquatico, risente maggiormente delle variazioni di salinità e di temperatura.

 

Specie tipiche di questa zona sono: il Cefalo (Mugil cephalus), l’Orata (Sparus auratus) e la Spigola (Dicentrarchus labrax), che effettuano la riproduzione in mare e completano la fase di crescita in acqua dolce. Interessante é la presenza dell’Anguilla (Anguilla anguilla), per la quale la zona della Foce rappresenta l’ingresso nel corso d’acqua interno, in cui compie la fase trofica. La famiglia dei  Ciprinidi è rappresentata da specie come: la Carpa (Ciprinus carpio), il Carassio (Carassius carassius), il Carassio dorato (Carassius auratus), il Cavedano (Squalius cephalus), il Barbo (Barbus plebejus).

 

Altre specie da segnalare sono il Pesce gatto (Ameiurus melas) e la Gambusia (Gambusia affinis). Anche per la Foce del Crati, di notevole importanza conservazionistica è la presenza della Rovella (Sarmarutilus rubilio), endemismo tipico in forte rarefazione in tutti i corsi d’acqua italiani.

 

Numerosi stagni costieri, pozze ed acquitrini ospitano diverse specie di Anfibi tra i quali la Rana verde minore (Pelophylax esculentus), il Rospo comune (Bufo bufo) ed il più piccolo Rospo smeraldino (Bufotes balearicus). Abbastanza diffusa è anche la Raganella italiana (Hyla intermedia) che trova un ambiente ideale nei canneti.

 

I Rettili sono rappresentati dalla Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) e dalla Natrice dal collare (Natrix natrix), entrambe particolarmente legate all’acqua. Interessante da citare anche la recente segnalazione della Natrice tassellata (Natrix tessellata). Meno dipendenti dall’acqua sono i Sauri: il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la Luscengola (Chalcides chalcides), la Lucertola campestre (Podarcis siculus), il Geco comune (Tarentola mauritanica) ed il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus). Per i Serpenti troviamo il Biacco (Hierophys viridiflavus) ed il Cervone (Elaphe quatuorlineata).  La Vipera comune (Vipera aspis) è una specie velenosa che caccia con la tecnica dell’agguato; può essere pericolosa per l’uomo in relazione alla sensibilità di quest’ultimo nei confronti del veleno.

 

Uccelli

Nella Riserva della Foce del Crati la componente faunistica più numerosa è costituita dalla fauna ornitologica, poiché  le diverse tipologie di habitat presenti rappresentano un importante punto di riferimento per gli uccelli, sia nel periodo delle migrazioni come punto di sosta e di approvvigionamento trofico, sia come luogo di nidificazione e di svernamento.

 

Tra i fitti canneti troviamo le specie nidificanti quali Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e probabilmente anche il Porciglione (Rallus aquaticus). Specie facilmente avvistabili, quasi tutto l’anno, sono: l’Airone cenerino (Ardea cinerea) e la Garzetta (Egretta garzetta), mentre l’Airone bianco maggiore (Ardea alba) è avvistabile durante i passi. Ardeidi più elusivi sono la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e la Nitticora (Nycticorax nycticorax), il Tarabusino (Ixobrychus minutus) e il Tarabuso (Botaurus stellaris). Si segnala come dato interessante la nidificazione della Nitticora (Nycticorax nycticorax). Costante è anche la nidificazione, nell’area della foce, della Cicogna bianca (Ciconia ciconia), mentre la Cicogna nera (Ciconia nigra), la Spatola (Platalea leucorodia) ed il Mignattaio (Plegadis falcinellus) sono presenti nei periodi dei passi migratori. Per gli Anatidi, si segnalano il Germano reale (Anas platyrhynchos), l’Alzavola (Anas crecca), il Fischione (Anas penelope) e il Codone (Anas acuta). I litorali sabbiosi, gli stagni retrodunali e le sponde del fiume, ospitano diverse specie di limicoli, tra cui: il Chiurlo (Numenius arquata), il Gambecchio (Calidris minuta), il Beccaccino (Gallinago gallinago). Interessante è la presenza del Voltapietre (Arenaria interpres), il cui nome deriva proprio dall’abitudine di girare le pietre con il becco alla ricerca di piccoli invertebrati di cui si nutre, nonché del Piovanello pancianera (Calidris alpina) del Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), della Pittima reale (Limosa limosa), del Corriere piccolo (Charadrius dubius), del Fratino (Charadrius alexandrinus), dell’Avocetta (Recurvirostra avosetta), della Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) e del Combattente (Calidris pugnax).

 

Presenti, in modo consistente, il Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) e il Gabbiano reale  (Larus michahellis) e si cita anche il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) e lo Zafferano (Larus fuscus), la Sterna maggiore (Sterna caspia), il Beccapesci (Sterna sandvicensis), la Sterna zampenere (Sterna nilotica) ed il Mignattino (Chlidonians niger).

 

Numeroso è il gruppo dei piccoli Passeriformi che frequentano il sottobosco  planiziale, tra i quali: la Ballerina bianca (Motacilla alba), il Saltimpalo (Saxicola torquata), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala), la Capinera (Sylvia atricapilla), la Cinciarella (Parus caeruleus), la Cinciallegra (Parus major), il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), il Pendolino (Remiz pendulinus), il Fringuello (Fringilla coelebs), il Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus). Sono da segnalare, infine, i rapaci diurni quali la Poiana (Buteo buteo) ed il Gheppio (Falco tinnunculus), presenti tutto l’anno e nidificanti, nonché il  Falco di palude (Circus aeruginosus) migratore, svernante e propbabilmente anche nidificante. Tra i rapaci notturni presente la Civetta (Athene noctua), anch’essa nidificante. Altre specie svernanti sono il Cormorano (Palacrocorax carbo), il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e lo Svasso Maggiore (Podiceps cristatus). Da menzionare, inoltre, gli interessanti avvistamenti del Falco pescatore (Pandion haliaetus).

 

Mammiferi

Il biotopo della Foce del Crati offre rifugio a diverse specie di mammiferi, dalle più adattabili alle meno avvistabili. Al primo gruppo appartengono la Volpe (Vulpes vulpes), la Faina (Martes foina), la Donnola (Mustela nivalis), la Puzzola (Mustela putorius), il Riccio (Erinaceus europaeus) e la Talpa (Talpa romana). Tra le specie più elusive il Tasso (Meles meles), il Moscardino (Moscardinus avellanarius) e l’Istrice (Hystrix cristata). La presenza di quest’ultima specie alla Foce del Crati è segnalata dalle numerose tane e dall’ingente ritrovamento di aculei. Diverse anche le specie di micromammiferi che colonizzano la zona come l’Arvicola terrestre (Arvicola terrestris), l’Arvicola di Savi (Microtus savii), la Crocidura a ventre bianco (Crocidura leucodon), la Crocidura minore o odorosa (Crocidura suaveolens),  il Mustiolo (Suncus etruscus), il Ratto nero o dei tetti (Rattus rattus), il Topo domestico (Mus domesticus) e  il  Topo selvatico (Apodemus sylvaticus); sono tutte specie assai prolifiche e questo compensa le perdite dovute alla forte predazione da parte di altri animali.

La Nutria (Miocastor coypus) che, introdotta come animale da pelliccia dal sud-america,  ha trovato in quest’area un habitat particolarmente favorevole.

 

Infine da citare la presenza dei Pipistrelli, che assumono una notevole importanza dal punto di vista conservazionistico, presenti con ben 8 specie: il Serotino comune (Eptesicus serotinus), il Pipistrello di Savi (Hypsugo savii), l’ Orecchione comune od orecchione bruno (Plecotus auritus), il Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii), il Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), il Pipistrello pigmeo (Pipistrellus pygmaeus), il Miniottero comune o miniottero di Schreibers (Miniopterus schreibersii), il Molosso di Cestoni (Tadarida teniotis).

 

Per maggiori approfondimenti:

  • 2005, AA.VV., "La Tartaruga Palustre Europea - Monitoraggio, ricerca e censimento sullo stato di conservazione della Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2005, AA.VV., "Check-list della Fauna vertebrata delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).

 

Flora & Fauna acquatiche della Riserva Foce del Crati

 

La Foce del fiume Crati rappresenta il più importante ecosistema acquatico e la più interessante area di transizione della Calabria.

 

Uno studio realizzato dall’Ente gestore delle Riserve con il supporto scientifico del Dipartimento di Ecologia, Biologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria ha permesso di conoscere quante e quali specie vivono, come sono distribuite, le relazioni che intercorrono con le altre componenti ambientali, al fine di avviare programmi e azioni di tutela e conservazione ma anche di informazione e divulgazione.

 

Complessivamente sono state individuate e validate 130  specie di invertebrati e vertebrati (pesci) dell’area marina e di transizione.

 

Tra le specie faunistiche di elevato valore naturalistico rinvenute, singolare ed inaspettata si è rilevata la presenza del Cavalluccio, con due specie: il Cavalluccio marino comune (Hippocampus ramulosus) e il Cavalluccio marino camuso (Hippocampus guttulatus), con una popolazione a maggiore densità per il Mediterraneo. Specie atipica per gli ambienti di transizione come la Foce del Crati, tant’è che una condizione simile nel Mediterraneo è segnalata solo per delle popolazioni portoghesi della Laguna di Ria Formosa.

 

Altrettanto interessante e meritevole di ulteriori indagini scientifiche è l’aspetto relativo alla componente botanico-vegetazionale, che si è manifestato con la presenza di specie macrofitiche, microfitiche e piante superiori di grande importanza ecologica per gli ecosistemi monitorati.

 

Le specie botaniche acquatiche rilevate e validate sono 43, di cui 18 macrofite e 25 microfite; mentre 62 sono i generi di fitoplancton.

 

Anche per la flora acquatica sono state rinvenute piante macrofite nuove per la flora della Calabria come l’Angiosperme (Najas marina) e alghe rare e di pregio naturalistico.

 

Per maggiori approfondimenti:

2015, AA.VV., “Flora & Fauna Acquatiche della Riserva Foce del fiume Crati”. Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.

 

La vegetazione della Riserva Lago di Tarsia

 

L’elenco floristico della Riserva del Lago di Tarsia annovera nr. 727 taxa specifici e sottospecifici. La biodiversità del sito risulta essere abbastanza ricca con specie di notevole pregio naturalistico per la presenza di Mandragora autumnalis Bertol., (Mandragora) di un notevole contingente di specie (17 specie) appartenente alla famiglia delle Orchidaceae (generi Anacamptis, Barlia, Limodorum, Epipactis, Oprhys, Orchis, Serapias, Spiranthes) e di altre specie bulbose tra cui Narcissus serotinus e Narcissus tazettaSternbergia lutea, ( Zafferanastro giallo), Urginea scilla, (Scilla),  Crocus biflorus (Croco), Romulea bulbocodium e Romulea columnae (Zafferanetti) e Colchicum cupanii (Colchico di Cupani). Inoltre, sono state rinvenute alcune specie di particolare interesse floristico sia per la loro rarità sia per la loro distribuzione geografica. Prima di tutto l’endemico Thalictrum calabricum (Pigamo di Calabria),  il  Rumex maritimus L. (Romice marittimo), pianta nuova per la flora della Calabria, rara a livello nazionale e segnalata finora in poche stazioni della Sardegna e del litorale veneto-friuliano; Myosurus minimus L. che, seppure cosmopolita, è annotata come specie rarissima da Pignatti (1982) ed è altresì una specie nuova per la Calabria. Nuova per la Calabria risulta essere anche Panicum capillare (L.).

 

E’ presente nella Riserva Eclipta prostrata (L.), una composita segnalata per l’Italia da Terracciano nel 1860, poi ritenuta scomparsa per quasi un secolo e nuovamente ritrovata nel 1950 da Anzalone nel Lazio (Anzalone, 1958). Secondo Pignatti (1982) questa composita è in forte espansione nelle regioni tropicali e subtropicali. Ancora due specie nuove per la Calabria: Cephalaria syriaca (una Dipsacaceae rinvenuta nei coltivi) e Cuscuta planiflora. Infine è presente un taxon critico (Gnaphalium uliginosum L. var. prostratum Huet) che è oggetto di studio.

 

La maggioranza delle specie rientra nella forma biologica delle terofite (cespitose, reptanti, scapose, parassite) che rappresentano circa il 41% dell’intera flora della Riserva del Lago di Tarsia. Le terofite, infatti, sono piante annuali che completano il loro ciclo vitale in meno di un anno (nascita, fioritura e fruttificazione). In questa tipologia rientrano la maggior parte delle graminaceae. Seguono, poi, le emicriptofite (reptanti, scapose, rosulate, bienni e scandenti) con circa il 32% della flora.

 

Altri elementi interessanti sono le geofite (radicigemmate, bulbose, rizomatose) essendo provviste di rizomi e di bulbi riescono a sopravvivere agli incendi estivi per mezzo dei loro organi sotterranei. Queste ammontano a circa al 13 % dell’intera flora e annoverano molte specie della famiglia delle Orchidiaceae (Barlia, Limodorum, Ophrys, Orchis, Serapias, Spiranthes ecc.). Il tipo corologico è definito dalla distribuzione attuale delle specie, dove sono stati inclusi solo i tipi più rappresentativi, gli elementi preponderanti sono, in ordine di grandezza, innanzi tutto le specie con distribuzione mediterraneea (includendo sia quelle strettamente mediterranee che quelle che hanno il baricentro orientale, occidentale o al nord e al sud del mediterraneo). Esse ammontano a circa il 29% della flora.

 

Le specie Eurimediterranee (ovvero quelle che hanno il loro areale centrato sulle coste del mediterraneo ma che si irradiano anche verso nord e verso est) ammontano al 25% circa. Le specie cosmopolite, soprattutto legate agli ambienti antropici, rappresentano il 7%. Infine, gli endemismi ammontano a circa il 1,7% della flora della Riserva. La lista floristica comprende alcune specie inserite nel «Libro Rosso delle piante d’Italia» (Conti et al., 1992) tra cui alcune specie della famiglia delle Orchidaceae come Serapias parviflora inclusa nelle specie vulnerabili e Juniperus oxycedrus L. subsp.(Ginepro coccolone) macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr.) inserito come specie ad altissimo rischio di estinzione.

 

Associazioni vegetali interessanti per l’area del Lago di Tarsia sono  i boschi misti a latifoglie che annoverano specie quali le quercie come la Roverella (Quercus pubescens), il Leccio (Quercus ilex), il Frassino (Fraxinus angustifolia), il Carpino orientale (Carpinus orientalis), l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum).

 

Importante da citare è inoltre la macchia mediterranea che, in alcune aree fitta e intricata, conserva specie vegetali tipiche quali: Fillirea (Phillyrea latifolia), Lentisco (Pistacia lentiscus), Ginepro (Juniperus oxicedrus).

 

Infine, da segnalare la presenza di 3 specie da Direttiva Habitat: Petalophyllum ralfsii, Ruscus aculeatus (Pungitopo) e Stipa austroitalica (Piumino delle fate meridionale) e 2 specie per la loro importanza conservazionistica: Riella notarisii e Fissidens rufulus. Per Fissidens rufulus si tratta di specie nuova per la flora calabra.

 

Per maggiori approfondimenti:

  • 2005, AA. VV., "Carta della vegetazione delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2008, AA. VV., "Check-list della flora delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano Calabro (Cs).
  • 2009, AA.VV., "Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2015, AA.VV., "Conservazione in situ e creazione di una collezione ex situ atta a preservare la biodiversità della Vite selvatica Vitis vinifera ssp. sylvestris, presente nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).

 

La vegetazione della Riserva Foce del Crati

 

La flora della Riserva della Foce del Fiume Crati ammonta a nr. 480 taxa specifici e sottospecifici. Considerata l’esiguità della superficie (130 ettari), detiene una buona biodiversità con specie interessanti dal punto di vista naturalistico. Infatti, sono presenti nelle retrodune delle specie alofite in notevole rarefazione in tutto il territorio calabrese e non solo a causa della scomparsa dei biotopi dove crescono.

 

Lo spettro corologico evidenzia la preminenza delle specie mediterranee con il 25% dell’intera flora (inclusive delle specie steno-mediterrane e di quelle con areale sud-mediterraneo, nordmediterraneo ecc.). Le specie Euri-mediterrane ammontano al 23%. Sono cospicuamente rappresentate anche le specie cosmopolite (comprensive di quelle subcosmopolite) che ammontano al 10%.

 

La componente endemica è esigua ed è rappresentata da 6 specie di cui solo una  è un endemismo della nostra regione (Salix brutia), mentre le altre sono endemismi dell’Italia meridionale.

 

Per quanto riguarda Clematis viticella, che secondo Huter, Porta & Rigo (1879, Fiori, 1923-25) sarebbe una entità specifica, riportata nella checklist come endemismo, rimane un problema aperto, poiché le popolazione dell’Italia meridionale, pur presentandosi con foglie e fiori più piccoli della sottospecie tipica, non andrebbero annoverate come sottospecie, infatti secondo il Pignatti (1982) individui con le caratteristiche suddette si ritrovano sporadicamente nell’areale della specie. Lo spettro biologico evidenzia la preponderanza delle terofite con il 41,5%, seguite dalla emicriptofite (28,8%) e dalle geofite (1,6%) e l’esiguità delle altre forme biologiche.

 

Le comunità vegetali più importanti presenti nella Riserva Foce del Crati sono rappresentate da:

 

  • bosco planiziale che annovera la vegetazione arborea ripariale tipica delle aree di pianura e, in questo caso, rappresenta un relitto della foresta planiziale che un tempo copriva questa parte della piana di Sibari. Le specie tipiche sono rappresentate da Populus alba L. (Pioppo bianco), Populus nigra L. (pioppo nero), Salix alba L. (Salice comune o Salice bianco), Alnus glutinosa (L.) Gaertner (Ontano comune);
  • vegetazione di ambienti umidi retrodunali rappresentata dai tamariceti  a Tamarix gallica (L.) e dai canneti a Phragmites australis (Cannuccia di palude) e Tipha latifolia (Tifa); vegetazione alofila che è costituita da specie adattate a suoli salati grazie a meccanismi fisiologici e morfologici e tra esse citiamo la Salsola kali L. (Salsola erba-kali), Suaeda maritima (L.) Dumort e Suaeda vera J. F. Gmel (suede);
  • vegetazione psammofila che è adattata a vivere in un ambiente estremo qual’ è la spiaggia sabbiosa marina incoerente e mutevole e tra le specie rappresentative citiamo Othanthus maritimus (L.) (Santolina delle spiaggie), Matthiola sinuata (L.) (Violaciocca sinuata), Echinophora spinosa L. (Finocchio litorale spinoso), Eringium maritimum L. (Calcatreppola marittima), Cakile maritima Scop. (Ravastrello marittimo).

 

Nella Riserva è ben rappresentato un contingente di specie comprese nel «Libro Rosso delle piante d’Italia» (Conti et al., 1992).

 

In particolare risulta a rischio critico di estinzione Sarcopoterium spinosum e ad altissimo rischio di estinzione Pancratium maritimum (Pancrazio) ed altre specie vulnerabili (ad alto rischio di estinzione nel medio periodo) come le Euforbie Euphorbia paralias e Euphorbia terracina e Iris foetidissima e Iris pseudacarus (Giaggiolo).

 

Da segnalare la presenza di Petalophyllum ralfsii, specie inserita nell’elenco della Direttiva Habitat.

 

Per maggiori approfondimenti:

  • 2005, AA. VV., "Carta della vegetazione delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia - Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2008, AA. VV., "Check-list della flora delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano Calabro (Cs).
  • 2009, AA.VV., "Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2015, AA.VV., "Conservazione in situ e creazione di una collezione ex situ atta a preservare la biodiversità della Vite selvatica Vitis vinifera ssp. sylvestris, presente nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).

 

La Vegetazione

 

Le specie complessive presenti nelle due Riserve sono 947 e rappresentano il 36,02% della Calabria, le cui entità stimate dalla Check-list of the Italian Vascular Flora, realizzata dal Ministero dell’Ambiente (oggi MiTE) nel 2005, sono pari a 2.629.

 

Nel complesso nelle Riserve sono presenti il 12,41 % delle entità nazionali che ammontano a 7.634.

 

Una straordinaria ed eccezionale biodiversità vegetale se si considera l’esigua estensione delle due Riserve, pari a circa 600 ettari.

 

I Centri Visitatori

 

Tarsia (Via Garibaldi, 4- Palazzo Rossi)

Questo Storico palazzo del 1700, appartenuto ad una delle più importanti famiglie padronali di Tarsia, è stato acquisito e completamente restaurato dall’Amministrazione Comunale di Tarsia. Le opere di ristrutturazione, ultimate nel 1995 ed eseguite secondo i criteri del restauro conservativo, hanno permesso di mantenere intatte le caratteristiche architettoniche della struttura e nello stesso tempo effettuare gli adeguati e necessari interventi di consolidamento tali da rendere l’immobile perfettamente idoneo ed agibile per gli usi civili. Nell’immobile, concesso in comodato d’uso per 25 anni all’Ente gestore delle Riserve (Amici della Terra), trovano oggi  sede una serie di centri e Servizi attivati nell’ambito della gestione delle due Riserve.

 

Il Centro è caratterizzato da: una sala polivalente (conferenze e centro visitatori) con oltre 100 posti a sedere, Uffici, Laboratori, Biblioteca Naturalistica Calabrese, Sezione Diorami del Museo di Storia Naturale della Calabria, Archivio della Biblioteca Naturalistica, un Info-Point, uno spazio per Servizio tecnico e Ufficio, Ufficio di Direzione, Segreteria, servizi igienici. Il Centro è dislocato in due settori ubicati rispettivamente a piano terra e al 1° piano con accessibilità indipendente dalle altre strutture annesse al Palazzo, è un importante punto di riferimento per l’attività di educazione ambientale e per la gestione dei flussi turistici legati alla fruizione naturalistica delle Riserve, per le attività di gestione operativa delle Riserve, per le attività di ricerca scientifica e di gestione del territorio. Inoltre, è un importante polo funzionale per tutte quelle manifestazioni culturali, scientifiche e sociali che si svolgono nel comprensorio.

 

La struttura, ubicata nel centro storico del comune di Tarsia ospita, come detto sopra, numerosi centri e servizi e tra questi il Centro Visitatori, che comprende un Ufficio informazioni e una Sala conferenze con oltre 100 posti a sedere ed è caratterizzato da una mostra permanente con immagini relativi a panorami ed aspetti floro-faunistici delle Riserve.

 

La Sala, inoltre, è strutturata con postazioni informatiche, multimediali e relative strumentazioni tecniche per proiezioni video. Si allestiscono, inoltre, mostre tematiche temporanee in relazione alle attività didattico-scientifiche portate avanti dall’Ente. La Sala Conferenze funge anche da aula didattica per le attività di educazione ambientale svolte dall’Ente gestore delle Riserve (Amici della Terra Italia). Presso il centro sono in distribuzione testi, opuscoli e materiale informativo sulle due Riserve.

 

S. Sofia d'Epiro (Largo Trapesa, 1 - Palazzo Bugliari)

Nel centro storico di Santa Sofia d’Epiro, all’interno di un palazzo del 1700, appartenuto all’illustre mons. Francesco Bugliari, oggi di proprietà dell’Amministrazione comunale di Santa Sofia d’Epiro, trova sede il Centro Visitatori delle Riserve per questo comune.

 

Il Centro è strutturato con un’ampia sala espositiva al 2° piano che è arredata con pannelli illustrativi contenenti informazioni naturalistiche, scientifiche, storiche e culturali del territorio delle Riserve.

 

Il Centro privilegia, quale tematica naturalistica, l’aspetto floristico-vegetazionale, in quanto, il “polo” del Comune di Santa Sofia d’Epiro è dedicato a tali aspetti ed in particolare ospita la Sezione dedicata all’Erbario del Crati di cui si parlerà dettagliatamente nell’apposita sezione.

 

Sibari - Cassano allo Ionio (Viale Magna Grecia)

Il Centro visitatori di Cassano allo Ionio è ubicato alla frazione Sibari in Viale Magna Grecia presso una struttura concessa all’Ente Gestore delle Riserve in comodato d’uso gratuito dall’Amministrazione comunale di Cassano allo Ionio, dove trova sede anche la Sezione del Museo del Mare.

 

Il Museo di Storia Naturale della Calabria

 

Il Museo di Storia Naturale della Calabria è una delle realtà più interessanti attivate nell’ambito della gestione delle due Riserve.

 

Il Comune di Tarsia, ospita la sezione del Museo dedicata ai Diorami delle aree protette della Calabria.

 

Una delle principali finalità del Museo di Storia Naturale della Calabria è quella di promuovere la diffusione della cultura scientifica, incentivando l’interesse della popolazione, soprattutto giovanile, per le Scienze Naturali.  Il Museo rappresenta anche, attraverso i poli attivati, un riferimento molto importante per quel che riguarda la divulgazione scientifica e la didattica, offrendo alle scuole vari percorsi formativi, differenziati per i diversi livelli scolastici. In tal modo, si propone come uno dei principali punti di riferimento per le istituzioni scolastiche del territorio, che accolgono con positività le proposte e le attività da realizzare in stretta collaborazione con l’Ente Gestore delle Riserve.

 

Sezione Diorami Aree Protette della Calabria (Tarsia)

La Sezione Diorami, ospitata al piano terra dello storico Palazzo Rossi di Tarsia, in un’area espositiva di 120 mq, è dedicata alle aree protette della Calabria. In particolare tale sezione ospita il Diorama del Parco Nazionale del Pollino, il Diorama del Parco Nazionale della Sila, il Diorama del Parco Nazionale d’Aspromonte e il Diorama dedicato alle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati. Nei Diorami sono presenti diverse specie faunistiche e floristiche, curati in maniera tale che gli ecosistemi delle aree protette calabresi vengono rappresentate in dimensioni reali.

 

Rappresenta una delle strutture maggiormente preposte al raggiungimento delle finalità formative e divulgative sui temi delle scienze naturali, in quanto sintetizza, in spazi limitati, ambienti ed ecosistemi naturali tipici. I Diorami, ambientazioni in scala che ricreano scene di vario genere, sono in grado di offrire ai visitatori una immediata interpretazione degli ambienti che si trovano nel territorio considerato, rendendo fruibili tutti gli aspetti e i particolari e, soprattutto, consentono di osservare nei dettagli le specie di fauna che in natura sarebbe impossibile ammirare in tutte le loro particolarità.

 

Sezione Erbario del Crati (Santa Sofia d’Epiro)

La Sezione dell’Erbario del Crati, costituita da più di 450 tavole e ospitata in due ampie sale presso lo storico Palazzo Bugliari di Santa Sofia d’Epiro e rappresenta un aspetto importantissimo per quanto riguarda l’attività didattica e la ricerca scientifica in questo settore, favorendo la conoscenza di specie vegetali tipiche della flora endemica. La collezione è in numero sempre crescente, considerato che il monitoraggio, lo studio, la raccolta e la preparazione dei campioni vegetali all’interno delle Riserve rappresenta un’attività continuativa, portata avanti dall’Ente gestore.

 

I campioni esposti sono il risultato di un particolare e meticoloso procedimento di preparazione. Dopo la raccolta dei campioni su campo, la preparazione e l’allestimento vengono svolti nel Laboratorio di Botanica, dotato delle attrezzature necessarie (presse per erbario, tavole dicotomiche, stereo microscopi, cartoncini, spilli, ecc.).

 

Sezione “Museo del Mare” (Cassano Ionio – Sibari)

La Sezione del “Museo del Mare” è dedicata agli ambienti di foce e marini.

 

Ospitato in una struttura messa a disposizione dal Comune di Cassano Ionio, in località Sibari, offre uno spazio a disposizione di tutte le scuole e visitatori per un approfondimento della conservazione degli ambienti marini e di transizione. Grazie a questa struttura viene offerta l’opportunità di conoscere da vicino i segreti del mondo sommerso, cercando al contempo di far sviluppare un’autentica coscienza ambientale.

 

Il tema proposto è quello di conoscere e salvaguardare l’ambiente marino e costiero attraverso un percorso che si caratterizza per la presenza di spazi allestiti con Diorami, riproduzioni di specie tipiche e strumenti multimediali.

 

La Biblioteca Naturalistica Calabrese

 

Ospitata all’interno di Palazzo Rossi di Tarsia, la struttura si sviluppa su un’area espositiva di oltre 120 mq ed è articolata in 4 spazi così suddivisi: due sale letture (Sala DARWIN e Sala LORENZ), una Sala riviste ed una stanza direzione ed archiviazione, tutte ubicate al 1° piano. Mentre al piano terra del Palazzo ha sede l’Archivio della Biblioteca. La struttura è dotata di ingresso separato rispetto agli altri servizi delle Riserve presenti nel Palazzo (Centro Visitatori, Uffici e Laboratori).

 

La Biblioteca Naturalistica Calabrese è tra le pochissime, in Italia, specialistica nell’ambito delle Scienze Naturali ed Ambientali ed è punto di riferimento per quanti, studiosi, studenti, naturalisti si occupano di problematiche legate all’ambiente e al territorio.

 

Negli ultimi dieci anni ha fornito supporto a numerosi studenti per la stesura della tesi di Laurea.

 

La Biblioteca nel corso degli anni ha provveduto ad istituire numerosi Centri e servizi annessi, che ha messo a disposizione gratuitamente dei suoi utenti, tra cui:

 

  • il Centro di Documentazione Ambientale regionale;
  • l’Osservatorio ambientale;
  • l’InfoPoint Ambiente;
  • il Centro di Documentazione sulle Aree Protette della Regione Calabria.

 

La ZSC Lago di Tarsia - IT9310055

 

La ZSC Lago di Tarsia, un bacino lacustre a monte della diga delle Strette di Tarsia, ricadente nel territorio dei comuni di Tarsia e di S. Sofia d’Epiro (Cs), rappresenta un’area di notevole interesse naturalistico per la sussistenza di numerosi ecosistemi di pregio e per la grande varietà di specie vegetali e animali. Tutta l’area dell’invaso è caratterizzata da una vegetazione tipica delle zone umide e con una notevole diversità determinata soprattutto dalle ampie oscillazioni della quantità d’acqua presente. Nei prati umidi, allagati durante il periodo invernale, dominano le diverse specie del genere Juncus, mentre negli stagni temporanei o permanenti abbondano le specie galleggianti come l’Azolla o la Lenticchia d’acqua.

 

Sui costoni prospicienti l’invaso è presente anche una vasta area di macchia mediterranea in ottimo stato di conservazione, con estesa copertura di Leccio in alcuni tratti accompagnato da specie submediterranee quali Orniello e Roverella. Anche nel tratto a monte del lago la fascia di vegetazione riparia appare ben conservata, con abbondante presenza di specie arboree di pregio quali Pioppo ed Ontano.

 

Il Sito registra una straordinaria presenza di biodiversità animale e vegetale costituita da 182 specie di fauna vertebrata e 727 taxa specifici e sottospecifici di flora.

 

Inquadramento:

 

Localizzazione Sito: Calabria, Cosenza, Comuni di Tarsia e Santa Sofia d’Epiro.

 

Localizzazione geografica centro sito: Longitudine E 16 17 8 – Latitudine 39 36 20 W/E (Greenwich).

 

Superficie (ha): 426.

 

Altitudine: Altezza minima: 50 mt slm - Altezza massima: 199 mt slm - Altezza media: 65 mt slm.

Regione Bio-geografica: Mediterranea.

 

Decreto Designazione ZSC: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Decreto 10 aprile 2018.

 

Per maggiori approfondimenti:

2020, AA.VV., “Monitoraggio delle specie di fauna, di flora e degli habitat inclusi nelle Direttive Habitat (92/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE) – Report risultati delle Zone Speciali di Conservazione Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati”. Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.

 

I Centri delle Riserve

 

La presenza nel territorio delle due Riserve regionali di numerose specie di fauna e flora meritevoli di tutela, ha incentivato l’Ente gestore ad attivare progetti specifici finalizzati ad avviare azioni di monitoraggio e ripopolamento ed alla creazione di veri e propri centri e strutture specifici, a favore della conservazione della biodiversità e della fruizione didattica e naturalistica.

 

Tra i Centri istituiti i più importanti sono:

 

  • il Laboratorio di Botanica;
  • il Laboratorio di Analisi Ambientale;
  • il Centro di Grafica Naturalistica;
  • il Centro di Esperienza Ambientale della Rete InFEA “A Scuola nelle Riserve”;
  • il Campo sperimentale della Vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris);
  • il Centro di Allevamento ex-situ Ululone appenninico (Bombina pachypus);
  • il Centro di Allevamento ex-situ Testuggine palustre (Emys orbicularis);
  • il Centro di Allevamento ex-situ Tritone italiano (Lissotriton italicus).

 

Il Centro di Allevamento ex-situ del Tritone italiano (Lissotriton italicus)

 

Il Centro è stato realizzato nell’ambito del P.O. Calabria FESR-FSE 2014/2020, ASSE 6 - Azione 6.5.A1-S2, promosso Dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria.

 

Lo stato di criticità delle popolazioni ed il sostanziale e repentino declino della specie anche in Calabria, impongono interventi mirati e specifici che l’Ente gestore delle Riserve ha messo in atto al fine di tutelare le popolazioni residue e avviare azioni di incremento delle stesse.

 

Il Progetto con la creazione del Centro di Allevamento ex-situ, si è prefisso l’obiettivo di realizzare una serie di attività finalizzate: “allo studio, alla conservazione, alla tutela, al recupero e al mantenimento delle popolazioni, attraverso azioni dirette di conservazione e ripristino degli habitat, di reintroduzione e di ripopolamento della specie in pericolo e di informazione e divulgazione.

 

Il Centro si avvale del supporto scientifico del  DiBEST-Sezione di Zoologia dell’UNICAL, nell’ambito di una collaborazione convenzionata.

 

Il Centro di Allevamento ex-situ della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis)

 

Il Centro è stato realizzato nell’ambito del P.O. Calabria FESR-FSE 2014/2020, ASSE 6 - Azione 6.5.A1-S2, promosso Dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria.

 

Emys orbicularis è una specie di notevole importanza naturalistica e conservazionistica per l’elevata vulnerabilità e riduzione delle popolazioni a livello globale. In considerazione che l’area del Crati, ed in particolare le zone umide comprese nelle due ZSC (Zona Speciale di Conservazione) e nelle due Riserve regionali, rappresentano dei siti di presenza che conservano le ormai esigue popolazioni, il progetto assume una rilevanza notevole ai fini della rimozione e/o mitigazione delle criticità di conservazione, del ripristino numerico delle popolazioni e la ricolonizzazione dei siti idonei dove, in passato la specie era presente.

 

Con le attività del Centro si vogliono adottare misure concrete di conservazione tenendo conto delle caratteristiche ecologiche e delle eventuali distinzioni genotipiche e/o fenotipiche, allo scopo di approfondire le conoscenze relative alla specie al fine di contribuire alla tutela e conservazione della stessa anche attraverso interventi di traslocazione, per ripristinare numericamente siti idonei al fine di aumentare la consistenza degli esemplari.

 

Il Centro si avvale del supporto scientifico del DiBEST-Sezione di Zoologia dell’UNICAL, nell’ambito di una collaborazione convenzionata.

 

Il Centro di Allevamento ex-situ dell’Ululone appenninico (Bombina pachypus)

 

Attuato dall’Ente gestore delle Riserve nell’ambito del P.O. Calabria FESR-FSE 2014/2020, ASSE 6 - Azione 6.5.A1-S2, promosso dal Dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, ha come obiettivo l’avvio di azioni urgenti finalizzate ad attuare interventi di studio, tutela, mantenimento, conservazione degli habitat, reintroduzione, ripopolamento e di informazione a favore di Bombina pachypus.

 

Il progetto si è posto l’obiettivo di favorire la reintroduzione della specie e la conservazione di siti idonei attraverso azioni di censimento, monitoraggio e valutazione delle popolazioni, dello status di conservazione, individuazione dei siti idonei ad accogliere interventi di reintroduzione della specie, oltre alla gestione del Centro di allevamento dove sono presenti individui “fondatori” provenienti da aree diverse della regione.

 

Il Centro si avvale del supporto scientifico del  DiBEST-Sezione di Zoologia dell’UNICAL, nell’ambito di una collaborazione convenzionata.

 

Il Laboratorio di Botanica

 

Il Laboratorio di Botanica, che ha sede presso il Polo Direzionale e didattico-scientifico di Palazzo Rossi, rappresenta un importante servizio attivato dalle Riserve. Interessante è l’attività legata alla preparazione dei campioni d’erbario, che prevede diverse fasi: raccolta dei campioni e relativa classificazione, essiccatura sotto pressa, fissatura ai fogli d’erbario con i dati del campione e infine conservazione o allestimento della tavola d’erbario da esporre.

 

Il Laboratorio di Botanica è un importante centro didattico e scientifico per tutti gli aspetti riguardanti il regno vegetale. Sono presenti, infatti, microscopi ottici e stereomicroscopi, una raccolta di vetrini (circa 150) con preparati relativi alle diverse tipologie di strutture vegetali (radici, fusto, foglie, fiore, organuli cellulari quali cloroplasti, parete, ecc) che permettono di effettuare un percorso completo relativamente all’evoluzione delle piante (dalle alghe alle piante superiori), dalle forme più semplici a quelle più complesse con la possibilità di analizzare particolari importanti della struttura e della fisiologia vegetale. Inoltre sono presenti n° 2 presse di erbario, tavole dicotomiche e tutta l’attrezzatura necessaria per l’allestimento delle tavole.

 

Il Laboratorio di Analisi Ambientale

 

Il Laboratorio di monitoraggio e controlli ambientali rappresenta un’altra importante realtà tra i servizi attivati nell’ambito della gestione delle Riserve.

 

L’attività del Laboratorio consiste nell’effettuare, periodicamente, analisi sui principali parametri presenti nelle acque del Crati, al fine di determinare e tenere sotto controllo la qualità delle acque per prevenire fenomeni di inquinamento tali da compromettere l’ecosistema acquatico delle due aree protette. I prelievi periodici vengono effettuati attenendosi a quelle che sono le direttive per la determinazione dei parametri cosiddetti macrodescrittori e dei parametri per la determinazione delle acque idonee alla vita dei pesci Ciprinidi.

 

Il Laboratorio, così come strutturato, si presta bene anche all’attività didattica e consente di ampliare le tipologie di analisi da effettuare in quanto dotato di una strumentazione ed apparecchiatura di elevato valore scientifico, ma nello stesso tempo molto versatile e di facile utilizzo. E’ da sottolineare, inoltre, che il Laboratorio svolge attività per il monitoraggio delle acque anche attraverso il metodo I.B.E (Indice Biotico Esteso), che è uno dei metodi maggiormente accreditati presso la comunità scientifica e nello stesso tempo uno dei più apprezzati per la didattica ambientale.

 

Per la realizzazione delle suddette attività, il Laboratorio di Analisi Ambientale delle Riserve si avvale, a seguito di specifiche convenzioni, anche del supporto tecnico di strutture laboratoriali specialistiche per la determinazione di particolari parametri non eseguibili presso la struttura.

 

Il Laboratorio, periodicamente, pubblica il Rapporto sullo stato di qualità delle acque delle Riserve.

 

Il Centro di Grafica Naturalistica

 

Il Laboratorio di grafica è un centro dove grafici e naturalistici svolgono attività di disegno e di rappresentazione grafica dei temi legati alla natura. Il Laboratorio è provvisto di una sala attrezzata e di un laboratorio informatico dotato di attrezzature informatiche e grafiche.

 

Diversi sono i lavori curati dal Laboratorio e pubblicati dall’Ente gestore delle Riserve.

 

La ZSC Foce del fiume Crati - IT9310044

 

La foce del fiume Crati costituisce il più importante ambiente di transizione della Calabria, dove l’acqua dolce si mescola a quella salata, creando un ecosistema umido particolare, dando vita ad un mosaico di habitat diversi quali canneti, stagni e lagune, isole sabbiose, boschi allagati e ripariali, aree dunali e retrodunali.

 

Tra le specie faunistiche di elevato valore naturalistico, singolare ed inaspettata si è rivelata la presenza del Cavalluccio marino comune (Hippocampus hippocampus) e del Cavalluccio marino camuso (Hippocampus guttulatus), entrambe popolazioni che vengono ritenute a  massima densità per tutto il Mediterraneo.

 

Specie atipiche per gli ambienti di transizione come la foce del Crati, tant’è che una condizione simile è segnalata solo per delle popolazioni portoghesi della Laguna di Ria Formosa nell'Oceano Atlantico.

 

Inquadramento:

 

Localizzazione Sito:  Calabria, Cosenza, Comuni di Corigliano-Rossano  e Cassano allo Ionio.

 

Localizzazione geografica centro sito: Longitudine E 16 31 34 – Latitudine 39 42 55 W/E (Greenwich).

 

Superficie (ha): 208.

 

Altitudine: Altezza minima: 0 mt. slm -  Altezza massima: 12 mt slm  - Altezza media: 6 mt. slm.

Regione Bio-geografica: Mediterranea.

 

Decreto Designazione ZSC: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Decreto 10 aprile 2018.

 

Per maggiori approfondimenti:

  • 2015, AA.VV., "Flora & Fauna Acquatiche della Riserva Foce del fiume Crati". Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.
  • 2020, AA.VV., “Monitoraggio delle specie di fauna, di flora e degli habitat inclusi nelle Direttive Habitat (92/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE) – Report risultati delle Zone Speciali di Conservazione Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati”. Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.

 

 

Premessa

 

Con la “Guida Multimediale” la Collana editoriale delle Riserve si arricchisce di un nuovo prodotto che va a rafforzare l’impegno dall’Ente gestore -  Amici della Terra nella valorizzazione, nell’informazione e nella conoscenza di questo straordinario patrimonio naturale.

 

Il Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati sono due riserve istituite dalla Regione Calabria, su proposta dell’Associazione Amici della Terra.

 

Trattasi, di due piccole ed importanti aree umide ospitanti una diversificata avifauna migratoria, molta della quale nidificante.

 

Una straordinaria biodiversità costituita da oltre 200 specie di fauna vertebrata e da circa 947 entità floristiche.

 

L’Ente gestore delle Riserve, consapevole che la migliore strategia per la conservazione della biodiversità è costituita dalla conoscenza e dall’informazione, congiuntamente alla ricerca scientifica e all’attivazione di azioni di protezione di specie e habitat, ha attivato una serie di servizi e strutture finalizzati alla promozione, alla divulgazione, all’educazione e alla tutela delle risorse naturali presenti.

 

Grazie ai Centri Visitatori, al Museo di Storia Naturale della Calabria, ai diversi Laboratori, alla Biblioteca Naturalistica Calabrese, ai Centri per la conservazione della biodiversità ex-situ e al Centro di Esperienza Ambientale “A Scuola nelle Riserve”, l’Ente offre la possibilità ai visitatori, agli studenti e alle scolaresche di ogni ordine e grado di avvicinarsi alla natura e approfondire la conoscenza attraverso il contatto diretto.

 

L’ideazione e la realizzazione di questo prodotto multimediale nasce dall’auspicio di poter offrire ai visitatori un ulteriore contributo e ai giovani, in modo particolare, uno stimolo per diventare “grandi amici” della natura e attraverso piccoli, ma significativi gesti, contribuire alla tutela di uno straordinario patrimonio naturale, costituito da una ricca biodiversità endemica, bisognosa di azioni di conservazione per evitarne la perdita o la compromissione.

 

Una buona navigazione.

 

Amici della Terra

Ente gestore Riserve Tarsia-Crati

 

 

Il Centro di Esperienza Ambientale della rete InFEA “A Scuola nelle Riserve”

 

Tutte le strutture ed i servizi attivati dall’Ente gestore delle Riserve svolgono un ruolo significativo dal punto di vista didattico e scientifico e rappresentano un importante punto di riferimento per tutto il comprensorio e non solo, in particolare rivestono un ruolo determinante nel campo della didattica, della formazione e dell’educazione ambientale.

 

In particolare l’attività svolta dal CEA “A Scuola nelle Riserve” in modo continuativo e gratuito a favore della collettività e delle istituzioni  scolastiche, si  prefigge le seguenti finalità:

 

  • promuovere le strutture e le attività di educazione ambientale attivate dalle Riserve;
  • valorizzare le attività svolte e le professionalità operanti all’interno delle Riserve nell’ambito dell’attività educativa e di valorizzazione e tutela del territorio;
  • far conoscere lo straordinario patrimonio naturale, costituito da una diversità endemica unica nella nostra Regione, per rafforzare quella sensibilità ambientale di tutela e conservazione delle risorse naturali.

 

Nell’ambito della promozione ed incentivazione delle iniziative di educazione ambientale la Regione Calabria ha accreditato e certificato il Centro di Esperienza Ambientale, promosso dalle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati, all'interno della Rete INFEA del “Sistema regionale di Informazione, Formazione ed Educazione ambientale”, per le seguenti funzioni:

 

  • proposta educativa;
  • formazione;
  • animazione e progettazione territoriale;
  • comunicazione e informazione.

 

Il Centro di Esperienza denominato “A Scuola nelle Riserve”, nel candidarsi a diventare punto di riferimento non solo per il territorio delle Riserve, mira a realizzare interventi di educazione ambientale per studenti ed adulti, partendo dal presupposto che l’educazione ambientale deve essere pensata non solo come formazione strettamente educativa, ma anche, ed in particolar modo, come formazione di nuovi modelli culturali. La struttura delle Riserve accreditata e certificata è il “polo didattico e scientifico” di Tarsia, ubicato nel settecentesco Palazzo Rossi, opera su tutto il comprensorio delle Riserve e nei comuni limitrofi.

 

Per maggiori approfondimenti:

  • 2008, A. Brusco, R. Marchianò, "Le Attività di Educazione Ambientale delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati – Programmi e percorsi educativi e formativi a favore del scuole di ogni ordine e grado". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).

 

La Direzione e gli uffici

 

L’Ente gestore per assicurare in forma continuativa i servizi e le attività di cui alla legge istitutiva e al Piano di Assetto Naturalistico ha provveduto ad istituire la seguente struttura.

 

La Direzione

Coordina l'attività e i vari servizi, la pianificazione del territorio e la gestione delle strutture, gli interventi per la didattica, la divulgazione e le attività di ricerca scientifica e conservazione, l'educazione ambientale, la fruizione naturalistica, l'eventuale sorveglianza, le relazioni pubbliche.

 

Il servizio Programmazione e Promozione

Svolge le attività inerenti la programmazione, la promozione e la comunicazione

 

Servizio Conservazione

Svolge ed attua i programmi e le azioni inerenti la conservazione, la tutela e la salvaguardia delle risorse naturali ed ambientali delle Riserve.

 

Servizio Educazione e Formazione

Svolge ed attua i programmi e le azioni inerenti le attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale.

 

Servizio Tecnico-Legale-Amministrativo

Cura le azioni inerenti: affari generali, patrimonio, economato, contratti, convenzioni, sanzioni, contenzioso, personale, pareri legali e di legittimità degli atti, amministrazione e tecnico-logistico.

 

Il Giardino botanico del Crati

 

L’opera, di notevole interesse ai fini della gestione naturalistica delle Riserve, si prefigge di favorire la ricerca scientifica, il mantenimento della biodiversità vegetale e l’attività di didattica ambientale portata avanti dall’Ente gestore.

 

Il Giardino, localizzato nel comune di Tarsia (Cs), oltre a finalità di carattere culturale ed educativo, si pone anche lo scopo di impiantare e tutelare ex-situ specie tipiche dell’area.

 

Il Campo sperimentale della Vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris)

 

Il Progetto “Conservazione della biodiversità della Vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris) presente nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati” è stato attuato nell’ambito della Misura 214 – Azione 6 “Progetto comprensoriali per la salvaguardia del patrimonio genetico nazionale” del PSR Calabria 2007/2013 con la finalità di perseguire i seguenti obiettivi:

 

  • incentivare progetti di conservazione ex-situ/in-situ delle risorse genetiche autoctone;
  • recuperare specie e varietà a rischio erosione genetica per reintrodurli nei loro ambienti naturali;
  • incentivare azioni di informazione e divulgazione delle risorse genetiche in agricoltura.

 

L’intervento è stato realizzato con il partenariato scientifico dell’Università degli Studi della Calabria – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.

 

Le attività in-situ hanno riguardato il censimento degli esemplari presenti, la raccolta dei dati biometrici ed il prelievo di materiale biologico (foglie, fiori, tralci) per le successive analisi di laboratorio; mentre le attività ex-situ hanno previsto la realizzazione di un Campo Sperimentale, dove sono stati impiantati esemplari di Vite selvatica provenienti dal territorio delle Riserve e allevati con finalità sperimentali e di conservazione del germoplasma.

 

Le ZSC

 

Le Riserve sono anche Zone Speciali di Conservazione (ZSC) per la rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CE), designate con Decreto del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare (oggi MITE) del 10 aprile 2018.

 

Gli habitat

 

La considerevole valenza ecologica del territorio delle due ZSC è testimoniata dalla presenza di 22 habitat d’interesse comunitario, di cui 4 prioritari. L’estensione complessiva è di poco superiore ai 340 ha; pertanto più della metà - 56,6% - dell’intera area protetta è occupata da formazioni vegetazionali considerate di significativo valore ecologico e conservazionistico a livello comunitario.

 

La marcata eterogeneità ambientale del territorio si riflette nella presenza di habitat appartenenti a numerose macrocategorie differenti, prendendo a riferimento quelle individuate per l’Italia nel “Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat”.

 

La macrocategoria più ricca è quella delle “Dune marittime delle coste mediterranee”, all’interno della quale sono inquadrabili 4 diversi habitat ritrovati alla foce del Crati. Nel complesso nella zona costiera inclusa nella ZSC sono stati rinvenuti 6 diversi habitat dunali, corrispondenti al 54,5% di tutti quelli presenti in Italia e al 75% di quelli individuati nei Siti Natura 2000 di tutta la Calabria.

 

La zona della foce, inoltre, ospita tutti e 3 gli habitat italiani della macrocategoria “Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici”, che include una serie di comunità vegetazionali, spesso retrodunali, caratterizzate dalla dominanza di specie alofile e nitrofile che ben sopportano lunghi periodi di disseccamento.

 

Tra queste rientrano le praterie ad alofite perenni della classe Sarcocornietea fruticosi (habitat 1420), generalmente paucispecifiche e presenti su suoli argillosi, che rappresentano ambienti particolarmente idonei alla nidificazione di molte specie di uccelli. Tutti i sottotipi di questo habitat presenti in Italia sono considerati rari e a rischio di scomparsa, soprattutto a causa della intensa  frammentazione determinata dalle alterazioni subite dagli ambiti costieri. In Calabria ha una distribuzione estremamente limitata.

 

Anche l’habitat 1310 “Vegetazione pioniera a salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose” risulta di particolare interesse conservazionistico a livello regionale, dal momento che è presente esclusivamente in 4 ZSC.

 

Vi appartengono formazioni a prevalenza di specie alofile e nitrofile annuali, che si insediano ai margini delle paludi salmastre o, come in questo caso, nelle zone di deposito lungo gli arenili.

 

Ancora più raro a livello regionale è l’habitat 1130 “Estuari” che in Calabria è presente solo in 2 ZSC, alla Foce del Crati e alla Foce del Neto. Gli estuari sono contraddistinti da un naturale gradiente di salinità e dalla presenza di canali e cordoni subtidali. In questi ambienti altamente variabili – in dipendenza della frequenza e ampiezza delle maree, così come dalla quantità e tipologia dei sedimenti depositati – si insediano vegetazioni molto eterogenee.

 

I 22 habitat complessivamente presenti nelle ZSC Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati (17 alla Foce del Crati e 7 al Lago di Tarsia – 2 habitat in comune) rappresentano il 23,4% di quelli presenti nell’intera Regione Biogeografica Mediterranea in Italia. Si distribuiscono all’interno di 14 differenti macrocategorie, corrispondenti al 46,6% di tutte quelle censite per l’Italia.

 

Per maggiori approfondimenti:

2020, AA.VV., “Monitoraggio delle specie di fauna, di flora e degli habitat inclusi nelle Direttive Habitat (92/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE) – Report risultati delle Zone Speciali di Conservazione Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati”. Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve naturali Tarsia-Crati.

 

Crediti

 

Riserve naturali regionali

Lago di Tarsia - Foce del fiume Crati

Amici della Terra/Ente gestore

Palazzo Rossi, Via Garibaldi n. 4 - 87040 Tarsia (Cs)

Info: Telefax: 0981.952185

e-Mail: info@riservetarsiacrati.it - web site: www.riservetarsiacrati.it

 

 

Le Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati

Guida naturalistica multimediale

 

A Cura di:

Agostino Brusco

 

Hanno collaborato:

Roberto Marchianò, Daniele Pangaro

 

Fotografia:

Agostino Brusco

 

Video:

Agostino Brusco

Riprese subacquee: Emilio Sperone – Archivio video-fotografico Ente gestore Riserve Tarsia-Crati

Ha collaborato per le riprese aeree con drone: Gianni Giglio

 

 

Realizzazione multimediale:

Daniele Pangaro

 

Coordinamento:

Agostino Brusco

 

Grafica e Stampa custodia:

GLF sas

 

Pre-caricamento dati pen-drive:

Shelve srl

 

© 2021, Riserve naturali regionali Lago di Tarsia-Foce del fiume Crati

Amici della Terra/Ente gestore.

Tutti i diritti riservati

 

ISBN:

978-88-940120-9-5

 

 

Si vuole ringraziare per aver reso possibile la realizzazione della presente opera:

Antonella Rizzo e Sergio De Caprio, Assessori regionali all’Ambiente; Orsola Reillo e Gianfranco Comito, Dirigenti generali del Dipartimento Tutela dell'Ambiente della Regione Calabria; Giovanni Aramini, Dirigente del Settore Parchi ed Aree Naturali Protette della Regione Calabria; Rosa Commisso, Settore Parchi a Aree Naturali Protette della Regione Calabria – Responsabile di Azione.

 

Pubblicazione realizzata nell’ambito del P.O. Calabria FERS-FSE 2014-2020

Asse VI, Azione 6.6.1 – Sub-Azione 2

 

 

 

REFERENZE BIBLIOGRAFICHE

 

  • 2005, A. Brusco, R. Marchianò, E. Sperone, E. Tripepi, "La Tartaruga Palustre Europea - Monitoraggio, ricerca e censimento sullo stato di conservazione della Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia - Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2005, AA.VV., "Check-list della Fauna vertebrata delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia - Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2005, AA.VV., "Carta della vegetazione delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia - Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2005, A. Brusco, R. Marchianò, "Carta Escursionistica delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia - Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2007, A. Brusco, R. Marchianò, "Lago di Tarsia – Foce del Crati, Riserve naturali regionali della Regione Calabria, Guida Naturalistica". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2008, AA.VV., "Check-list della flora delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2008, AA.VV., "La Testuggine di Hermann. Studio di fattibilità finalizzato alla reintroduzione della Testudo hermanni hermanni all'interno della Riserva naturale regionale del Lago di Tarsia". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano Calabro (Cs).
  • 2008, A. Brusco, R. Marchianò, Le Attività di Educazione Ambientale delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati – Programmi e percorsi educativi e formativi a favore delle scuole di ogni ordine e grado. Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2009, AA.VV., "Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2011, AA.VV., "Il Bilancio Ambientale delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2013, AA.VV., "Flora & Fauna Acquatiche della Riserva naturale regionale della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2015, AA.VV., "Conservazione della Vite selvatica nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2016, AA.VV., "Misure di Conservazione dei SIC inclusi nelle Riserve naturali regionali Lago di Tarsia - Foce del Crati". Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2017, A. Brusco, R. Marchianò, C. Battisti, G. Dodaro, (a cura di), "Atlante e banca dati dei mammiferi terrestri nella Riserva naturale regionale Lago di Tarsia.: stato delle conoscenze ed indicazione per la conservazione e la gestione". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2018, AA.VV., "Piano di Assetto Naturalistico delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati - Relazione generale al Piano". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore operativo Riserve Tarsia-Crati, Corigliano C. (Cs).
  • 2019, A. Brusco, R. Marchianò, "Alla scoperta della biodiversità delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati. Guida e taccuino per appunti". Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.
  • 2020, AA.VV, "Monitoraggio delle specie di fauna, di flora e degli habitat inclusi nelle Direttive Habitat (92/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE). Reportt risultati delle ZSC Lago di Tarsia - Foce del fiume Crati". Edizione Amici della Terra Italia/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).
  • 2020, A. Brusco, C. Battisti, R. Marchianò, "Manuale operativo per la gestione sostenibile del rifiuto antropogeno spiaggiato & Report finale attività nella Riserva e nella ZSC Foce del fiume Crati". Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati, Tarsia (Cs).

 

Introduction to the Tarsia-Crati Natural Reserves

 

The “Lago di Tarsia” Reserve

The “Lago di Tarsia” Nature Regional Reserve, is located in the province of Cosenza. The Reserve was founded by the Calabria Region in 1990 (Regional Law n. 52 of 5th may 1990), following the proposal of the italian association, “Amici della Terra”, which focuses on the environmental protection.

 

The Reserve is also a Special Conservation Area for the “Natura 2000” Network, within the meaning of Habitats Directive (92/43/CE). The area is about 140 hectares of land and the management is attributed to “Amici della Terra”.

 

Lake Tarsia, a lake basin upstream of the Strette di Tarsia dam, falling within the territory of the municipalities of Tarsia and S. Sofia d'Epiro (Cs), represents an area of considerable naturalistic interest due to the existence of numerous ecosystems of value and for the great variety of plant and animal species.

 

The Reserve consists of two different areas: the one on the shores of the lake, near the municipality of Tarsia, and the one that extends over the hills of the eastern side where Santa Sofia d’Epiro stands

 

In particular, in the hillside there’s a magnificent example of Mediterranean maquis, which is unspoiled and barely populated by humans, consisting of holm oak, elm, tamarisk and Arbutus. The downstream area, matching with the lake basin, is a natural habitat for a great variety of fish, amphibians, reptiles and aquatic birds.

 

Among the services created by the management body, the most important are:

 

 

 

The “Foce del Crati” Reserve

The “Foce del Fiume Crati” Nature Regional reserve, located in the province of Cosenza, being part of the towns of Corigliano-Rossano and Cassano allo Ionio (between the hamlets of Thurio and Laghi di Sibari), was founded by the Calabria Region in 1990 (Regional Law n. 52 of 5th may 1990), following the proposal of the Italian association, “Amici della Terra”, which focuses on the environmental protection.

 

It is also a Special Conservation Area for the “Natura 2000” Network, within the meaning of Habitats Directive (92/43/CE). The area is about 140 hectares of land and the management is entrusted to “Amici della Terra”.

 

The “Foce del Fiume Crati” represents the most important aquatic ecosystem and the most interesting transition area of Calabria, where fresh water mixes with salty water, creating a particular wet ecosystem, giving life to a mosaic of different habitats such as: reeds, ponds and lagoons, sandy islands, flooded and riparian woods, dune and back dune areas.

 

Among the services created by the management body, the most important are:

 

 

There are different services and facilities created for the conservation and preservation of biodiversity and for a natural and educational purpose.

 

The full list is available on the website: www.riservetarsiacrati.it

 

The offices of the “Lago di Tarsia” and “Foce del Fiume Crati” are located in Sibari of Cassano allo Ionio (CS), in Magna Grecia Street; while the headquarters are located in Tarsia (CS), where is also situated the Reserve’s educational-scientific centre.

 

 

The site’s biodiversity

 

The Reserve Lago di Tarsia is the guardian of an extraordinary and diversified animal and plant biodiversity.

 

The list of plants includes n. 727 of specific and subspecific taxa. The biodiversity is rich of species of significant naturalistic value.

 

The specific type of humid environment of the “Lago di Tarsia” ’s area supports an extraordinary and diverse fauna, with a registered heritage of 180 endemisms. While the habitats of community interest are 7.

 

As regards the Fish, there are a lot of species belonging to the group of Cyprinids and among all is worth mentioning the Rovella (Sarmarutilus rubilio), a typical endemism in big rarefaction in all the Italian rivers.

 

The Amphibians are represented by the edible frog (Pelophylax synkl. hispanicus), the Italian tree frog (Hyla intermedia), the Italian stream frog (Rana italica), the European green toad (Bufotes viridis) and the common toad (Bufo bufo). Interesting, always regarding the amphibians, is the presence of the Apennine yellow-bellied toad (Bombina pachypus) and of the Italian newt (Lissotriton italicus), for which are in progress operations of conservation and repopulation.

 

The humid environments, the Reserve’s riparian and shrubby areas are ideal habitats for many species of Reptiles, among these the European pond turtle (Emys orbicularis), for which the management body created an ex-situ breeding Center, for repopulation and conservation activities. In the Reserve there is also the Hermann's tortoise (Testudo hermanni hermanni), which has been the subject of other conservation and repopulation projects during the past years.

 

As regards the Snakes, there are the The grass snake (Natrix helvetica) and the dice snake (Natrix tessellata), the green whip snake (Hierophys viridiflavus), the Four-lined snake (Elaphe quatuorlineata) and the asp (Vipera aspis). Here are also popular lacertid Lizards, which are common in many areas of the Reserve.

 

The Birds represent the largest category. In this area they find the perfect environment for the completion of their life cycle’s different stages.

 

Well represented by different species is the group of the Storks (Ciconiiformes), with migratory nesting, wintering and summer species. Storks belong to this group: the White stork (Ciconia ciconia), chosen as the Reserve’s symbol, became a constant presence in the last years, both with some nesting couples and with different wintering individuals, and the black stork (Ciconia nigra), reported during the migrations. Interesting for their conservation importance are the common crane (Grus grus), the pink flamingo (Phoenicopterus roseus) and the ferruginous duck (Aythya nyroca).

 

The “Lago di Tarsia” represents a very important rest area during migrations, as well as a wintering area for many bird species, from the Anatids, to the Waders, the Ardeids and the Birds of Prey.

 

Regarding the Mammals, subject of the Reserve’s recent project (except for Chiroptera), which led to the realization of the “Atlante dei Mammiferi Terrestri della Riserva del Lago di Tarsia”, it’s reported the presence of 26 species. Among these, is worth mentioning the yellow-necked mouse (Apodemus flavicollis), reported in the Reserve for the first time.

 

About the Chiroptera, today the accepted species are 13; and some of these are of remarkable conservation interest, like the soprano pipistrelle (Pipistrellus pygmaeus), one of the smallest european Chiroptera, and the long-fingered bat (Myotis capaccinii), very rare in our region.

 

There are different species of insects too, for example the Saga pedo, one of the biggest insects in Europe, and the great capricorn beetle (Cerambyx cerdo).

 

 

The biodiversity of the Foce del Crati Reserve counts 170 species of vertebrate fauna, 130 species of invertebrates and vertebrates (fish) of the aquatic zone and of the transition zone; 480 taxa of flora; 62 types of fitoplancton; 43 aquatic plants (macrophytes and microphytes).

 

While the habitats of community interest recognized and classified are 17.

 

The seaside habitat represents extremely important environments in terms of nature, but also in terms of ecological and landscape aspects. Besides that, they are among the most vulnerable and threatened ecosystems. The seaside environment in general and the dunal one in particular, represents articulated and complicated systems, in which, in a small strip of land, there is the transition from the maritime environment to the land one, whit the consequence of a rapid changing of the natural balance.

 

Regarding the zoological aspects, the faunal component of the Reserve counts a large representation.

 

Fish are present with heterogeneous types of species from the point of view of adaptation, being a transition area whose ecological balances are mainly affected by variations in salinity and temperature. Among the different species are worth mentioning the “Rovella” (Sarmarutilus rubilio), a typical endemism in high rarefaction in all the italian rivers; the eel (Anguilla anguilla), in big downfall worldwide and for which the Reserve’s management body is doing an important project of repopulation; also, is worth mentioning the presence of the common seahorse (Hippocampus hippocampus), atypical species for the transition environments as the “Foce del Crati”; a similar situation is only reported for some Portuguese populations of the Ria Formosa Lagoon in the Atlantic Ocean.

 

As regards the herpetological component, the Amphibians are represented by the most common species belonging to the Anurans. While as regards the Reptiles, the most common species are Lizards and the Snakes; for the latter there is the Tessellated Snake (Natrix tessellata). Of great important is the presence of the European Pond Turtle (Emys orbicularis), subject of specific operations for its conservation by the Reserve’s management body.

 

Ornithological fauna is the most numerous component, favored by the different types of habitats present which represent an important point of reference for Birds, both in the period of migration as a stopping point and for trophic supply, and as a place for nesting and wintering. The presence of the Ardeidae is abundant both as large herons and small herons and, among these, a mention is necessary for the Trabuso (Botaurus stellaris) reported both as wintering and as a regular migrant and whose national population is drastically reduced.

 

The nesting of the Night Heron (Nycticorax nycticorax) is of interest. The nesting of the White Stork (Ciconia ciconia) is also constant, while the Black Stork (Ciconia nigra), the Pink Flamingo (Phoenicopterus roseus), the Spatula (Platalea leucorodia), the Crane (Grus grus) and the Black Tin (Plegadis falcinellus) they are present in the periods of migratory passes.

 

Also worth mentioning are the interesting sightings of the Osprey (Pandion haliaetus).

 

The most frequent reports are for Anatidae, Waders, diurnal and nocturnal Raptors, Passerines and the group of Gulls and Terns.

 

Mammals are present with various species belonging to Rodents, Carnivores, Mustelids and the latter also include the presence of the Polecat (Mustela putorius) whose reports are very rare in our region. From the conservation point of view, the Bats present with 8 registered species assume considerable importance.

 

Guida alla Visita

 

Durante le visite, malgrado le buone intenzioni, molti arrecano danni e disturbi alla fauna. Occorre, quindi, osservare alcune elementari regole di comportamento, come:

 

  1. nell’avvicinarsi per osservare gli animali selvatici, non farsi mai vedere direttamente e muoversi in maniera accorta, senza far rumori (utilizzando il binocolo);
  2. utilizzare sempre i sentieri segnalati;
  3. l’abbigliamento deve essere il meno vistoso possibile (utilizzare colori naturali quali il verde, il marrone ed il grigio);
  4. per un ottimale riconoscimento degli uccelli, oltre all’utilizzo di una delle guide oggi in commercio, si dovrà fare attenzione ad alcune caratteristiche particolari, quali: le dimensioni, la forma, la colorazione, il volo ed il canto.

 

I Sentieri delle Riserve

 

All’interno delle Riserve sono stati individuati diversi sentieri natura che portano i visitatori a diretto contatto con gli ambienti ed ecosistemi che caratterizzano un territorio di elevato valore ambientale.

 

Nella Riserva Lago di Tarsia è presente anche un sentiero didattico.

 

Il periodo ideale è l’inizio della primavera  (aprile- maggio) e dell’autunno (settembre-ottobre), stagioni che coincidono con i passi migratori ed offrono osservazioni uniche, in modo particolare, di molte specie di uccelli che scelgono le due aree come punto di sosta e approvvigionamento trofico nei loro spostamenti che compiano dal nord Europa all’Africa e viceversa.

 

Si consiglia di seguire sempre i sentieri indicati; evitare rumori, urla, e quant’altro possa disturbare le specie presenti; osservare le regole ed i divieti indicati sulle tabelle informative e sulle cartine escursionistiche realizzati dall’Ente Riserve e che possono essere ritirate presso i Centri visita delle Riserve.

 

 

Sentieri consigliati nella Riserva Lago di Tarsia

 

 

Sentiero della Testuggine palustre

Il sentiero ha inizio dall’area attrezzata in località Pietra della Lavandaia del comune di Tarsia, percorribile con difficoltà media, si estende per circa 600 metri costeggiando un canale artificiale, tipico habitat della Testuggine palustre (Emys orbicularis), che nel periodo primaverile-estivo si può osservare in termoregolazione su qualche struttura galleggiante in acqua o sulle sponde.

 

Sentiero n° 1

Questo sentiero, che ricade nel territorio del comune di Santa Sofia d’Epiro, ha una lunghezza di circa 1700 metri e presenta una bassa difficoltà di percorrenza.

 

Il Sentiero ha inizio in località Cappellano ed è attrezzato lungo l’intero percorso come sentiero didattico guidato.

 

Particolarmente interessante per le diverse tipologie di ambienti che è possibile ammirare

durante il percorso. In quest’area, interposta tra i fitti boschi che ammantano le colline sulla destra del Crati e il bacino lacustre tipico del fondovalle, il sentiero si snoda lungo la strada sterrata che costeggia il Lago e rappresenta un ideale punto di osservazione dell’area lacustre, ricca di uccelli acquatici, che è possibile osservare anche attraverso l’ausilio di binocoli e cannocchiali. Anche l’aspetto vegetazionale è molto ricco di endemismi tipici sia delle zone lacustri (canneti e tifeti) che della macchia mediterranea.

 

Numerose sono le tracce di mammiferi come il ghiro, l’istrice, la volpe, il tasso, la faina, l’arvicola che si possono rivenire lungo il sentiero.

 

 

Sentieri consigliati nella Riserva Foce del fiume Crati

 

 

Sentiero n° 1

Questo sentiero coincide con la strada sterrata che costeggia il confine della Riserva naturale regionale della Foce del Crati nel territorio del Comune di Cassano Ionio.

 

Il sentiero ha inizio dal ponte della SS 106, costeggia il confine della Riserva, per giungere all’area dunale, in prossimità della Foce.

 

La lunghezza del sentiero è di circa 3.000 mt. ed è percorribile con una difficoltà bassa, utilizzando un semplice abbigliamento e calzature da trekking.

 

Il percorso si articola in diverse tipologie di ambienti: dal tipico paesaggio agrario di queste zone, attraversando un lungo viale alberato di olmi, pioppi e ontani tipici delle aree planiziali, si giunge nei pressi dell’area retrodunale caratterizzata da un fitto canneto che rappresenta un biotopo di estremo valore naturalistico, in quanto offre rifugio a numerose specie di uccelli (anatre, rallidi, rapaci, ardeidi, ecc.), che in questo ambiente “protetto” trovano il proprio habitat come rifugio e anche come nidificazione.

 

Dall’area retrodunale si giunge alla zona dunale e di transizione, dove si possono osservare le numerose specie di flora alofila che colonizza questi ambienti.

 

 

Sentiero n° 2

Questo sentiero coincide con la strada sterrata che costeggia il confine della Riserva naturale regionale della Foce del Crati nel territorio del Comune di Corigliano-Rossano. Il sentiero ha inizio dal ponte della SS 106 e costeggia il confine della Riserva, per giungere all’area dunale in prossimità della Foce.

 

La lunghezza del sentiero è di circa 3.200 mt. ed è percorribile con una difficoltà bassa, utilizzando un semplice abbigliamento e calzature da trekking. Il percorso si articola in diverse tipologie di ambienti caratteristici delle aree umide planiziali.

 

Lungo questo sentiero si può ammirare uno dei più importanti ecosistemi vegetazionali: il bosco planiziale, relitto delle antiche foreste planiziali che in epoche passate ricoprivano l’intera piana di Sibari. Il sottobosco è colonizzato da numerose specie di animali dai rettili ai mammiferi fino agli uccelli, passeriformi in particolare.

 

Percorrendo il sentiero si giunge all’area dunale e retrodunale, fino alla zona di transizione, dove è facile osservare numerose specie di flora tipica di questi ambienti.

 

Anche il lato sud della Foce nel periodo primaverile ed autunnale offre agli appassionati del birdwatching la possibilità di ammirare i numerosi uccelli che sostano in quest’area, tra le più importanti della nostra regione, per sosta ed approvvigionamento durante i loro lunghi passi migratori.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

 

Le specie

 

Fauna

 

I monitoraggi condotti hanno accertato la presenza di 70 specie di interesse conservazionistico – di cui 66 comprese negli Allegati delle Direttive Habitat e Uccelli - che rappresentano il 44,58% del totale inserito nei Protocolli di Monitoraggio.

 

Nelle due ZSC Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati è stata accertata la presenza del 51,51% dei Mammiferi, del 45,94% degli Uccelli, del 55,56% degli Anfibi e del 66,67% dei Rettili di interesse comunitario inseriti nel Protocollo di monitoraggio della Rete Natura 2000 calabrese. Questi dati sottolineano in modo evidente l’importanza ecologica delle due ZSC e il ruolo che rivestono per la tutela della biodiversità regionale.

 

Tra gli Invertebrati desta molto interesse la presenza di Saga pedo, rilevata nella ZSC del Lago di Tarsia. È la cavalletta più grande d’Europa e uno dei 3 Ortotteri inclusi nella Direttiva Habitat, con uno stato di conservazione che oggi appare deficitario a livello nazionale. La sua tutela è legata alla conservazione degli habitat; questa specie, fortemente termofila, predilige aree a vegetazione rada mista a cespugli, con presenza di pietre e in zone collinari a basso disturbo antropico.

 

Ancora, sempre per gli Invertebrati si cita, Cerambyx cerdo. Ha uno stato di conservazione che in Calabria non desta particolari preoccupazioni sebbene la po¬polazione appaia in riduzione. A livello nazionale esprime una situazione contraddittoria, poiché è in forte rarefazione sull’arco alpino e in molte aree appenniniche di elevata qualità mentre si ritrova spesso in boschi urbani e periurbani, anche con alberi ornamentali.

 

Tra i Pesci tutelati ai sensi della Direttiva Habitat è presente la Rovella (Sarmarutilus rubilio), molto rara in Calabria. È una specie ad ampia valenza ecologica la cui popolazione è in forte decremento in tutta Italia, a causa dell’alterazione dei sistemi fluviali e della competizione con specie aliene.

 

Di particolare rilevanza è la presenza dell’Anguilla europea (Anguilla anguilla) censita in entrambe le ZSC.

Questa specie è considerata a livello nazionale e globale “In Pericolo Critico”, con un forte declino degli stock, documentato da più di 30 anni, che ha portato alla definizione di strategie di gestione e ripopola-mento di scala internazionale e, per come sopra riportato, anche nelle due ZSC sono stati avviati interventi di questo genere. La specie è oggetto, da parte dell’Ente gestore delle Riserve, di un progetto di conservazione e di ripopolamento.

 

È interessante, alla foce del Crati, la presenza delle due specie di Cavalluccio marino di Hippocampus guttulatus e Hippocampus hippocampus, entrambi con una popolazione stimata come quella a maggiore densità per il Mediterraneo. Queste due specie negli ultimi 15/20 anni hanno subito una riduzione del 20-25% e per questo vengono valutate come “Quasi Minacciate”.

 

Specie atipiche per gli ambienti di transizione come la foce del Crati, tant’è che una condizione simile è segnalata solo per delle popolazioni portoghesi della Laguna di Ria Formosa nell’Oceano Atlantico. Anche queste specie sono oggetto di studio e di monitoraggio scientifico con interventi specifici da parte dell’Ente gestore delle Riserve.

 

Nelle due ZSC Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati sono presenti 5 specie di Anfibi, delle 9 inserite nel Protocollo di monitoraggio della Rete Natura 2000 attuato in Calabria.

 

Tra queste vi è l’Ululone appenninico (Bombina pachypus), inclusa negli allegati II e IV della Direttiva Habitat. In Italia è valutata come “In Pericolo” a causa di una drastica riduzione della popolazione, più del 50%, e negli ultimi 10 anni del numero di individui maturi. È possibile che di recente il declino sia stato fortemente accelerato dalla chitridiomicosi ma certamente tra le cause principali va annoverata anche la modificazione degli habitat e la progressiva scomparsa di molte piccole zone umide.

 

L’importanza e l’elevato valore conservazionistico della specie ha interessato l’Ente Riserve ad avviare un programma di tutela, attuato nell’ambito del P.O. FESR-FSE Calabria 14-20, promosso dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, che ha permesso la realizzazione di un “Centro di allevamento ex-situ” nella Riserva Lago di Tarsia e attività di studio, ricerca, ripristino degli habitat e ripopolamento della specie.

 

Per quanto concerne i Rettili, è stata accertata la presenza di 3 specie incluse nell’Allegato II e IV della Direttiva Habitat (Cervone, Testuggine di Hermann e Testuggine palustre) e 4 nell’Allegato IV.

 

Il Cervone (Elaphe quatuorlineata) è presente in tutta Italia, mostrando un lieve declino nelle regioni settentrionali e una maggiore stabilità e frequenza in quelle centro meridionali. In Calabria è stato ritrovato in numerosi siti della Rete Natura 2000; sebbene la reale distribuzione non sia ancora del tutto nota, le popolazioni regionali sembrano essere stabili.

 

Molto più limitata la diffusione della Testuggine di Hermann (Testudo hermanni hermanni). A livello nazionale presenta uno status di conservazione preoccupante, con un regresso della popolazione che negli ultimi 40 anni si stima superiore al 50%, in larga parte dovuto alla intensificazione delle pratiche agricole. Anche questa specie è stata oggetto, da parte dell’Ente gestore delle Riserve, di azioni di conservazione e ripopolamento che hanno interessato la Riserva Lago di Tarsia, con risultati positivi.

 

La Testuggine palustre (Emys orbicularis) è stata rilevata sia nella ZSC del Lago di Tarsia che nella Foce del fiume Crati, il che testimonia l’importanza del territorio delle Riserve per la conservazione delle popolazioni calabresi di questa specie,  che negli ultimi 50 anni ha subito un drastico declino in tutta la penisola, a causa delle alterazioni del reticolo idrografico (inquinamento delle acque, cementificazione, scomparsa della vegetazione igrofila), della frammentazione degli habitat, della competizione con specie alloctone.

 

Sia per Emys orbicularis che per Lissotriton italicus sono state avviate, sempre nell’ambito del P.O. FESR-FSE Calabria 14-20, azioni di conservazione e tutela e, come per Bombina p., è stato realizzato, per entrambe le specie, un “Centro di allevamento ex-situ”.

 

La forte diversità ambientale e la presenza di due ampie zone umide a breve distanza dalla costa rendono l’area delle Riserve particolarmente vocata per gli Uccelli. I monitoraggi effettuati hanno accertato la presenza di 34 specie incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, il 45,94% del totale oggetto di monitoraggio della Rete Natura 2000 calabrese.

 

Il ruolo rilevante rivestito dal Lago di Tarsia e dalla Foce del Crati per la salvaguardia di avifauna di interesse conservazionistico è confermato dalla frequentazione delle due aree da parte di specie con popolazioni in forte de¬clino su tutto il territorio nazionale: 4 specie (Mignattaio, Moretta tabaccata, Fraticello e Tarabuso) sono valutate come “In pericolo” e 9 specie come “Vulnerabili”.

 

Il Mignattaio (Plegadis falcinellus) è osservato regolarmente durante la migrazione, in entrambe le ZSC. Al momento la popolazione italiana è ritenuta stabile ma molto esigua, con una stima di circa 15 coppie nidificanti.

 

La Moretta tabaccata (Aythya nyroca), migratore regolare nell’area del Lago, ha una popolazione nazionale stimata in circa 100 coppie nidificanti presumibilmente in poco più di 10 località.

 

Il Tarabuso (Botaurus stellaris) è svernante e migratore regolare. La popolazione nazionale è stimata in 50-70 coppie nidificanti in più di 10 località ma con un areale complessivo molto ristretto.

 

Per quanto concerne i Mammiferi, le numerose indagini di campo effettuate all’interno delle due ZSC hanno permesso di aggiornare il quadro conoscitivo soprattutto per quanto riguarda i Chirotteri. I dati emersi sono di grande interesse, con alcune specie segnalate per la prima volta in Calabria. Molti dei pipistrelli monitorati hanno una distribuzione fortemente circoscritta all’interno della rete Natura 2000 regionale. Tra questi vi sono: Gruppo Plecotus = P. auritus/P. austriacus, Myotis capaccinii, Myotis emarginatus, Myotis myotis, Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum. Sia per Vespertilio di Capaccini (Myotis myotis), valutato in forte pericolo a livello nazionale (EN), che per Pipistrello soprano (Pipistrellus pygmeus), si registrano pochissime segnalazioni per la Calabria.

 

In conclusione, i risultati emersi dall’attività di monitoraggio effettuata confermano l’elevato valore ecologico del territorio delle ZSC del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati.

 

Molte delle specie ritrovate presentano uno status conservazionistico preoccupante, contraddistinte da una distribuzione molto localizzata in Italia o da una forte riduzione della popolazione in tutta Europa. Poco meno del 30% delle specie segnalate sono classificate come “Vulnerabili” o “In pericolo” nella Lista Rossa nazionale.

 

Questo dato sottolinea ulteriormente l’importanza rilevante di questo territorio per la tutela della biodiversità regionale e nazionale e, al contempo, l’esigenza di porre in essere sia adeguate strategie gestionali che specifici interventi di miglioramento ambientale, così da incrementare il livello di protezione dei sistemi ecologici e garantire un’efficace valorizzazione del “Capitale Naturale della Calabria”.

 

Flora

 

Per la flora della ZSC Lago di Tarsia sono state oggetto di monitoraggio n. 5 specie di cui n. 3 inserite nel Protocollo di monitoraggio: Petalophyllum ralfsii; Ruscus aculeatus (Pungitopo) e Stipa austroitalica (Piumino delle fate meridionale) e n. 2 non presenti, ma segnalate per la loro importanza conservazionistica: Riella notarisii e Fissidens rufulus. Per Fissidens rufulus si tratta di specie nuova per la flora calabra.

 

Tutte e tre le specie di flora rilevate nella ZSC Lago di Tarsia risultano nuove, ovvero presenti nel “Protocollo di Monitoraggio della Flora della Rete Natura 2000 in Calabria” ma non indicate nel Formulario Standard di Natura 2000 per la ZSC Lago di Tarsia.  Infine, oggetto di valutazione, è la presenza di un geosito.

 

Mentre per la ZSC Foce del fiume Crati l’unica specie censita è Petalophyllum ralfsii (Wilson) Nees & Gottsche, presente nel “Protocollo di Monitoraggio della Rete Natura 2000 in Calabria”, ma non riportata nel Formulario Standard della ZSC Foce del fiume Crati.

 

Per maggiori approfondimenti:

2020, AA.VV., “Monitoraggio delle specie di fauna, di flora e degli habitat inclusi nelle Direttive Habitat (92/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE) – Report risultati delle Zone Speciali di Conservazione Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati”. Edizione Amici della Terra/Ente gestore Riserve Tarsia-Crati.

 

Ente gestore Riserve