Le Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati partecipano con un proprio contributo al IX° Congresso Mondiale di Erpetologia, organizzato dall’Università di Otaga ed in programma dal 5 al 10 gennaio 2020 in Nuova Zelanda, nella città di Dunedin.
Ogni 4 anni il Congresso mondiale di erpetologia riunisce i migliori erpetologi del mondo e i loro studenti per discutere ogni aspetto dell’ecologia e della biologia dei rettili e degli anfibi del mondo.
La missione del World Congress of Herpetology (WCH) è di promuovere la ricerca erpetologica, l’educazione e la conservazione, facilitando la comunicazione tra individui, società e altre organizzazioni impegnate nello studio di anfibi e rettili, tra i più numerosi vertebrati terrestri del pianeta, ma anche i più minacciati.
Il WCH ospiterà oltre 1000 delegati da un ampio spettro di discipline e contesti professionali, tra cui università, agenzie governative, gestori della fauna selvatica e ONG.
Il lavoro presentato dall’Ente gestore delle Riserve Amici della Terra in collaborazione con il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical e ammesso al Congresso riguarda “Il ruolo delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati nella protezione dell’erpetofauna”.
In particolare vengono presentati i risultati intermedi dei lavori del Progetto “Ululone appenninico – Bombina pachypus”. Una specie fortemente minacciata che per una serie di cause sta progressivamente scomparendo in tutto il suo areale di distribuzione.
Le azioni messe in atto dall’Ente Riserve riguardano la conservazione e il ripristino degli habitat, la reintroduzione e il ripopolamento della specie. E’ stato realizzato un “Centro di allevamento ex situ” e nella scorsa primavera/estate sono stati rilasciati con successo in natura, nei siti recuperati, i primi individui nati in cattività.
Ancora il contributo presenta le azioni progettuali di altre due specie erpetologiche, oggetto di tutela e conservazione, la Testuggine palustre (Emys orbicularis) e i Tritone italiano (Lissotriton italicus), anche per queste due specie, rigorosamente protette, è stato realizzato un “Centro di allevamento ex situ”, per il recupero, l’allevamento in cattività e ripopolamento delle popolazioni delle due aree protette.
Entrambi gli interventi sono stati realizzati dall’Ente gestore delle Riserve nell’ambito del P.O. Ambiente Calabria 2014-2020, promosso dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria.